martedì 4 giugno 2013

INFRAZIONE (racconto di fantascienza) di Paolo Secondini

 
I due poliziotti, ognuno in sella a una moto di grossa cilindrata, se ne stavano fermi in un tratto della Statale 18, sotto i raggi di un sole rovente.
L’aria era afosa e irrespirabile in quel pomeriggio di agosto. Si sudava copiosamente.
Transitava ogni tanto qualche veicolo ad andatura regolare: non valeva la pena fermarlo.
Per scacciare la noia, i due narravano a turno storielle divertenti. A momenti ridevano a crepapelle, talvolta fino alle lacrime.
A un tratto il rombo di un motore li fece voltare di scatto. Un’auto rossa passò lungo la strada a velocità sostenuta.
«Accidenti che bolide!» fece uno dei due poliziotti. Si sporse in avanti e, aguzzando la vista: «Che mi venga un colpo! Ma quella... non è la tua dieci cilindri a propulsione narbonica
«Già! Si direbbe proprio la mia Candia XK. Ma come è possibile?» rispose l’altro inforcando gli occhiali da sole.
Il compagno lo imitò, poi chiese:
«Cosa pensi che sia accaduto? Non mi pare un comportamento normale per una Candia.»
«Non so che dirti. In effetti sorprende anche me. L’ho sempre considerata molto affidabile e tranquilla. Non capisco.» Scosse la testa. «Inseguiamola, presto!»
Contemporaneamente misero in moto e partirono, uno dietro l’altro, a sirene spiegate.
L’inseguimento durò un paio di chilometri. L’auto si fermò spontaneamente con un forte stridore di freni. I poliziotti spensero le moto, smontarono di sella e, cautamente, s’avvicinarono alla vettura che fiammeggiava sotto i raggi del sole.
Al posto di guida non c’era nessuno, il che non destò meraviglia nei due, specialmente nel proprietario dell’auto, orgoglioso dei suoi automatismi robotici sofisticati.
Non esisteva una macchina capace, più della Candia XK, di un’autoguida sicura, precisa e, soprattutto, prudente.
E allora? Perché mai la folle velocità di poc’anzi? Forse un guasto improvviso ai vari circuiti elettrici? Pareva impossibile, dal momento che mai si era verificato una cosa del genere, da quando cioè quel modello di auto, costruito e collaudato con cura quasi maniacale, era in circolazione.
«Non riesco a capire,» disse il proprietario della vettura crollando il capo.
L’altro serrò le mascelle e sbuffò leggermente.
«La verità è che questi robot cominciano a umanizzarsi,» disse alla fine, «a essere scaltri, come mai avremmo voluto che fossero. Credo che siano in grado di impossessarsi e manifestare i nostri comportamenti.»
«Ma che dici? È impossibile!»
«Io invece penso il contrario. E sai che mi sbaglio di rado.» Fece una pausa, il tempo di un breve sospiro. «Credo che la tua auto, sovvertendo alcuni comandi stabiliti, abbia volutamente aumentato l’immissione di particelle molecolari nel suo propellente narbonico, alterandolo a piacimento, quasi desiderasse sentirsi… su di giri.»
«Stai dicendo, in sostanza, che ha cercato delle emozioni: una specie di diversivo alla monotonia della sua abituale funzione?»
L’altro annuì gravemente.
«Sono sicuro che è proprio così,» ammise. «Non ci sono altre spiegazioni.»
«La mia Candia, in sostanza, ha infranto la legge, come farebbe un qualsiasi teppista che voglia provare il gusto del proibito.»
«Precisamente! In questi frangenti, lo sai, è d’obbligo disattivarla, per poter controllare la rispondenza tra gli impulsi programmati e quelli generati dal cervello della macchina.» Fece una pausa. «Ma l’auto è tua. Decidi tu. Per un amico sono disposto a chiudere un occhio.»
E fai bene, l’altro pensò. È la mia auto, infatti! Come posso non perdonarle un’innocente infrazione?

2 commenti:

  1. Racconto di fantascienza pieno di sottile umorismo. La guida automatica deve essere molto perfezionata, al punto da trasformare una macchina in un vero robot, che diventa a un certo punto incontrollabile. E la propulsione narbonica, poi... Chissà se è conveniente, rispetto agli attuali carburanti.

    Giuseppe Novellino

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  2. Caspita, Paolo! Già non sopporto la corruzione di per sé, ma l'idea che avvenga a beneficio di una macchina (per quanto attraente) la trovo davvero agghiacciante. Altro che fantascienza, qui siamo in pieno Horror!

    Sauro Nieddu

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