martedì 17 dicembre 2013

RECENSIONE di Giuseppe Novellino




AA. VV. NATALE A FERRAGOSTO - Edizione: Associazione Culturale PescePirata

     L’antologia comincia con un racconto di Massimiliano Tosarelli e termina con un altro dello stesso autore. Ed ecco i rispettivi titoli: “Babbo Natale è un tossico”, “Babbo natale è morto”. Non rompo le uova nel paniere del lettore se dico che le due narrazioni contengono lo stesso personaggio e fanno in qualche modo da cornice a tutta la raccolta. I due titoli, comunque, rinforzano quello della copertina e contribuiscono a far trapelare il programma dell’opera. Tutta da leggere, compresa la bella ma “inutile” presentazione di Gianni Solla.
     E veniamo a questo fatidico contenuto. Intanto c’è un po’ di tutto, come in ogni antologia che si rispetti: narrazioni a volte discordanti, stili diversi, modi di intendere l’arte e la vita (con un termine tecnico si direbbe poetica) che spesso si contrappongono. Eppure c’è, come sempre in ogni antologia che si rispetti, appunto, un filo conduttore che non sta solo nell’idea che Babbo Natale, pur essendo un mito, è ormai da considerarsi alla stregua di uno yogurt scaduto; ma anche nel fatto che tutte le storie, quale più quale meno, hanno a che vedere con il genere fantastico. A volte abbiamo dei veri e propri horror, oppure dei racconti di fantascienza; in altri casi ci imbattiamo in un alone fantastico che nasce non solo dalla mente di chi è messo a dura prova nel sopportare il ricorrente e invernale clima festaiolo, ma anche dal clima stesso, la cui insulsaggine sentimentalconsumistica non può che generare mostri agli occhi di chi li sa vedere.
     Il natale (lo scrivo qui volutamente con la lettera minuscola), grazie a questi racconti, fa la parodia di se stesso, con i suoi orpelli e le sue atmosfere mielose. Il tutto con una buona dose di dissacrazione. Troviamo, sotto il solito rosso costume, un Babbo Natale assassino e squartatore; incontriamo bimbi sadicamente razzisti che giocano con i pupazzi di neve; scopriamo che le statuine del presepe, soprattutto le madonne, hanno qualche problema; sperimentiamo la struggente situazione di una bimba di cinque anni che chiede a Babbo Natale un insolito regalo. Queste alcune delle tematiche. Ma poi si violano i confini del tempo e dello spazio: si va su altri mondi, si respira l’aria natalizia in pieno luglio, ci si ritrova perfino sul fronte orientale, il 24 dicembre 1943, sotto il tiro dei T-34 sovietici.
     Ma che cosa viene dissacrato, in buona sostanza? Non il Natale nel suo significato escatologico, sul quale si sospende umilmente, o per onesto agnosticismo o per altrettanta onesta fede, il giudizio. Piuttosto il Natale come festa dell’uomo occidentale, il quale cerca in esso un improbabile diversivo alle pene esistenziali e quotidiane. Allora non funziona più tanto bene, perché qualcosa sembra ormai essersi inceppato. La pubblicità del panettone è rimasta l’unica vera protagonista.
     In conclusione, mi va di elencare i nomi degli autori, in ordine di apparizione:
Massimiliano Tosarelli, Stefano Pallante, Vito Pirrò, Giuliana Acanfora, Antonio Ognibene, Giuseppe Novellino, Elena Baldisseri, Anna Giraldo, Mara Munerati, Riccardo Giacchi, Caterina Gala, Marco Viggi, Guido Anselmi.
     I quali vi augurano, più che buon Natale, una buona lettura!

2 commenti:

  1. Un cordiale saluto a Giuseppe e a tutti gli autori dell'antologia NATALE A FERRAGOSTO, tra cui i collaboratori di Pegasus: Antonio Ognibene, Marco Viggi, Giuliana Acanfora e, ovviamente, Giuseppe Novellino.

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