AA. VV. NATALE A FERRAGOSTO - Edizione: Associazione
Culturale PescePirata
L’antologia
comincia con un racconto di Massimiliano Tosarelli e termina con un altro dello
stesso autore. Ed ecco i rispettivi titoli: “Babbo Natale è un tossico”, “Babbo
natale è morto”. Non rompo le uova nel paniere del lettore se dico che le due
narrazioni contengono lo stesso personaggio e fanno in qualche modo da cornice
a tutta la raccolta. I due titoli, comunque, rinforzano quello della copertina
e contribuiscono a far trapelare il programma dell’opera. Tutta da leggere,
compresa la bella ma “inutile” presentazione di Gianni Solla.
E veniamo
a questo fatidico contenuto. Intanto c’è un po’ di tutto, come in ogni
antologia che si rispetti: narrazioni a volte discordanti, stili diversi, modi
di intendere l’arte e la vita (con un termine tecnico si direbbe poetica) che
spesso si contrappongono. Eppure c’è, come sempre in ogni antologia che si
rispetti, appunto, un filo conduttore che non sta solo nell’idea che Babbo
Natale, pur essendo un mito, è ormai da considerarsi alla stregua di uno yogurt
scaduto; ma anche nel fatto che tutte le storie, quale più quale meno, hanno a
che vedere con il genere fantastico. A volte abbiamo dei veri e propri horror,
oppure dei racconti di fantascienza; in altri casi ci imbattiamo in un alone
fantastico che nasce non solo dalla mente di chi è messo a dura prova nel
sopportare il ricorrente e invernale clima festaiolo, ma anche dal clima
stesso, la cui insulsaggine sentimentalconsumistica non può che generare mostri
agli occhi di chi li sa vedere.
Il natale
(lo scrivo qui volutamente con la lettera minuscola), grazie a questi racconti,
fa la parodia di se stesso, con i suoi orpelli e le sue atmosfere mielose. Il
tutto con una buona dose di dissacrazione. Troviamo, sotto il solito rosso
costume, un Babbo Natale assassino e squartatore; incontriamo bimbi sadicamente
razzisti che giocano con i pupazzi di neve; scopriamo che le statuine del
presepe, soprattutto le madonne, hanno qualche problema; sperimentiamo la
struggente situazione di una bimba di cinque anni che chiede a Babbo Natale un
insolito regalo. Queste alcune delle tematiche. Ma poi si violano i confini del
tempo e dello spazio: si va su altri mondi, si respira l’aria natalizia in
pieno luglio, ci si ritrova perfino sul fronte orientale, il 24 dicembre 1943,
sotto il tiro dei T-34 sovietici.
Ma che
cosa viene dissacrato, in buona sostanza? Non il Natale nel suo significato
escatologico, sul quale si sospende umilmente, o per onesto agnosticismo o per
altrettanta onesta fede, il giudizio. Piuttosto il Natale come festa dell’uomo
occidentale, il quale cerca in esso un improbabile diversivo alle pene
esistenziali e quotidiane. Allora non funziona più tanto bene, perché qualcosa
sembra ormai essersi inceppato. La pubblicità del panettone è rimasta l’unica
vera protagonista.
In
conclusione, mi va di elencare i nomi degli autori, in ordine di apparizione:
Massimiliano Tosarelli, Stefano Pallante, Vito
Pirrò, Giuliana Acanfora, Antonio Ognibene, Giuseppe Novellino, Elena
Baldisseri, Anna Giraldo, Mara Munerati, Riccardo Giacchi, Caterina Gala, Marco
Viggi, Guido Anselmi.
I quali
vi augurano, più che buon Natale, una buona lettura!
Un cordiale saluto a Giuseppe e a tutti gli autori dell'antologia NATALE A FERRAGOSTO, tra cui i collaboratori di Pegasus: Antonio Ognibene, Marco Viggi, Giuliana Acanfora e, ovviamente, Giuseppe Novellino.
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