sabato 3 marzo 2018

UNO SFOGO COMPRENSIBILE di Paolo Secondini

«Ecco – maledizione! –, non riesco a capire perché ogni volta dobbiate gridare o ribellarvi o implorare o maledire (perfino insultare e sputare), quando sono sul punto di svolgere il mio lavoro… Mi vedete voi ribellarmi, o mi sentite gridare, implorare, maledire e altro ancora, allorché siete intenti alle vostre occupazioni? Svolgete quanto dovete nel modo più attento, più silenzioso, più concentrato possibile (ed è più che normale, prima che io giunga da voi). Ma se mi accingo alla mia attività, ecco che accade quanto dicevo: sbraitate, urlate, vi agitate come forsennati (è raro che qualcuno di voi assista – finché gli è possibile – al mio lavoro, senza dire una sola parola). Quasi mai, infatti, ottengo rispetto né comprensione da parte vostra. Non che io li pretenda, per carità! Ma detto sinceramente, mi dà sui nervi quel vostro modo di fare, del tutto irriverente e molesto a uno che lavora. Vorrei vi metteste nei miei panni!» disse il killer… poi premette, impassibile, il grilletto della pistola.

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