lunedì 25 febbraio 2013

QUANDO AL CONTE DRACULA PIACEVANO GLI ABBA di Simone Conti







(da van Elsing a van Halen, in altre parole perché da sempre gli olandesi odiano i vampiri)


Transilvania, anni Settanta…
Ancestrali creature ululavano al chiaro di luna danzando sulle note di “dancing queen” liberate nel vento gelido dei Carpazi.
La stanza del castello, risucchiata nell’irrealtà di una tenebra secolare, fu di colpo rischiarata da fasci di luce a mostrare poltrone e divani di minimalista fattura mentre carrucole e argani facevano scendere, dall’alto di volte gotiche, vitree mirrorball, le quali, colpite dall’inaspettata luminescenza, trasmutavano l’ambiente in psichedeliche geometrie. Procaci ballerine dai fluenti capelli rossi fluttuavano a mezz’aria; corpi sinuosi scarsamente celati da abiti succinti dai colori più disparati si dimenavano in scabrose movenze.
Una bara, esposta al centro della sala e circondata da candelabri di bizzarra fattura, esplose in un turbine di schegge e terra natia liberando dal giogo diurno il nosferatu.
L’infernale creatura si levò in piedi, ancheggiando nella sua tuta aderente di calzamaglia argentata sulle note di ”Fernando”.
Il demone, le braccia scheletriche protese in avanti alla ricerca di nuovo spazio danzante, spalancò occhi offuscati e confusi in lineamenti informi del tutto immemori di quella che un tempo fu chiara natura umana.
Senza batter ciglio il cacciatore di vampiri, l’inseparabile Kramer Pacer rosso sangue sulla schiena, pantaloni attillati di pelle nera, canotta bianca e giacca borchiata anch’essa del colore della notte, impugnò lo strumento di battaglia: un plettro di frassino a sfiorare corde metalliche.
– Dopo che piatti, tamburi e rullanti non sono serviti a distruggermi, questa volta tuo fratello si affida alle corde stonate di una schifosa chitarra elettrica? – Protestò il Conte Dracula, le braccia abbandonate sui fianchi a tradire sincera delusione. – Sono secoli che voi olandesi mi annoiate di brutto!
– Mai quanto te, brutto deficiente luccicante, e la tua merdosa musica svedese! – tuonò Eddie van Halen incenerendo con un mortale assolo di chitarra il principe della notte e la sua sala da ballo.

(Pubblicato per gentile concessione dell’autore)

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