sabato 10 maggio 2014

ASSALTO ALLA DILIGENZA di Giuseppe Novellino

Kurt Larson e Pierre Lacroix stavano improvvisando.
- Da due ore gli stiamo alle costole – disse il francese. Indossava una giacchetta da città impolverata. In testa una bombetta ormai logora.
- Ho voluto scegliere il posto adatto. Quel canalone laggiù fa al caso nostro – spiegò Kurt, avvolto in un lungo spolverino giallastro. Con una manata si aggiustò il cappellaccio nero con le larghe tese che lo proteggevano dal sole.
I due ultimi esponenti della banda Larson osservavano la diligenza dalla sommità di una collina impervia, fra macchie di arbusti e rocce affioranti. Di lì a poco si sarebbe infilata nella stretta valletta: un gioco da ragazzi fermarla e ripulirla per benino. Tante volte lo avevano fatto, in dieci lunghi anni, laggiù nel Texas. Larson e Lacroix si erano conosciuti in un bordello di New Orleans e da allora erano inseparabili.
- Non ne posso più – fece Jane, sbuffando. -  Mi sta venendo il culo quadrato, ho la bocca impastata di polvere e… non riesco più a stare in quest’abito. – Aveva tolto la cuffietta da viaggio. I capelli a boccoli biondi ondeggiavano graziosamente a causa dell’aria che entrava dai finestrini.
- Coraggio, pupa! A Reno finisce il nostro viaggio – la consolò Fred, un giovanotto prestante in un bel completo di velluto verde ma pieno di polvere. – Questa è proprio l’ultima fatica.
La diligenza procedeva traballando.
- Ho una sete! – disse Jane. – Ne bevo un sorso… - E allungò una mano verso una sacca posata al suo fianco, sul sedile di legno.
- Non te lo consiglio – la dissuase il compagno di viaggio. – Bisogna essere rigorosi, fino alla fine.
- Ma chi mi vede? – protestò la ragazza. – L’uomo se ne sta seduto a cassetta con il conducente.
Fred scosse il capo.
- Boh, forse hai ragione – sospirò lei.
Kurt Larson e Pierre Lacroix aggirarono un costone, poi scesero lungo il valloncello e finirono per appostarsi dietro una curva della pista.
Non scesero da cavallo.
Kurt si tirò indietro il cappellaccio, arrotolò una sigaretta e se la ficcò tra le labbra. Il francese bevve un sorso dalla borraccia dopo avere sputato un bolo di tabacco.
- Quest’ultimo tratto del viaggio è un’autentica tortura – disse Jane. – Fosse almeno previsto un diversivo!
- No – disse Fred, – solo fatica. Devi rassegnarti, carissima. Ma è l’ultima tappa.
La diligenza si arrestò di colpo.
- Cosa cazzo… - imprecò il giovane.
Per poco Jane non gli cadde in braccio.
- Okay, gente! Fine della corsa – sbraitò Kurt Larson. Impugnava una Remington dalla lunga canna.
- Chi diavolo siete? – disse l’uomo seduto a cassetta, accanto al conducente. Sembrava contrariato, più che spaventato. Il compare teneva le briglie e guardava con la bocca spalancata i due banditi a cavallo.
Pierre Lacroix smontò e andò verso lo sportello della diligenza.
- Ehi, che succede? – domandò Jane, la bionda testa fuori dal finestrino.
- Mademoiselle! – esclamò Pierre, sollevando la logora bombetta con affettata galanteria. E sghignazzò.
Poi si affacciò Fred.
- C’è anche il garcon, naturalmente. – Pierre sputò: - Bene, a terra! – E accompagnò l’ordine frustando l’aria con la Colt che teneva in una mano.
Intanto, sul sedile del conducente, l’uomo protestava. E parlava in modo assai poco sensato, dicendo delle autentiche corbellerie, al punto che Larson cominciò a innervosirsi.
- Non me la date a bere – disse Lacroix, a sua volta contrariato. I due giovani ora gli stavano davanti, in piedi accanto alla diligenza. - Mi sembri un damerino arrivato fresco fresco dall’Est con la sua pollastrella.
- Se fate parte del gioco, ditecelo – protestò Fred, - altrimenti…
- Quale gioco? – gracchiò Pierre Lacroix.
Jane si strinse contro il suo compagno.
 Fred infilò una mano nella tasca interna della giacca.
 Ma Pierre fu più svelto di lui. Almeno così pensò, mentre faceva partire il colpo.
 Il giovane spruzzò sangue dal petto e andò a sbattere con le spalle contro la fiancata della diligenza. Lentamente, scivolò a terra.
Jane lanciò un urlo isterico.
Poi fu la volta dei due che stavano a cassetta. Con due colpi in rapida successione, Larson li fece volare dalla loro postazione.


L’elicottero atterrò sul luogo della sparatoria una buona ora più tardi.
Il regista Peter Gomez e la sua assistente Stella Richardson poterono rendersi conto dell’accaduto.
Era stato difficile rintracciare la diligenza in quel tratto desertico. L’operatore, infatti, non aveva ripreso quel tratto di cammino. Non era previsto che andassero in onda in quel momento.
Gomez si rese conto che i quattro disgraziati non ce l’avevano fatta a lanciare l’allarme. Il giovane Fred Franciosa probabilmente aveva cercato di comunicare con il cellulare, prima di crollare a terra fulminato da un colpo di pistola in pieno petto. Teneva ancora l’apparecchio stretto in una mano, che probabilmente aveva estratto da una tasca interna della giacca.
Solo Jane Crispin, attricetta in fase di decollo, era rimasta in vita, ma sotto shock. Doveva essere stata violentata, perché era piena di lividi e il lungo abito ottocentesco era strappato in più punti
- Tutto è andato a puttane – commentò Peter Gomez.
“In viaggio nel vecchio West”, il reality dell’anno, era proprio finito male, in modo a dir poco incomprensibile, proprio quando l’ultima coppia di concorrenti si stava avvicinando al traguardo. La diligenza d’epoca su cui viaggiavano era stata assalita dai banditi. Il tutto misteriosamente fuori programma.
L’operatore, che di certo stava al fianco del conducente, non aveva ripreso nulla. Anzi, la videocamera era sparita. E forse quella era la cosa più spiegabile, essendo l’apparecchio professionale di un certo valore.
Solo Jane avrebbe potuto aiutare a capire, qualora si fosse ripresa dallo shock.
Intanto Stella Richardson provò a farle bere un goccio di Coca Cola, calda come piscio, che aveva trovato in una sacca, sul sedile della diligenza. E le disse, con discreto cinismo:
- Hai rischiato grosso, bella mia! Se l’operatore ti avesse ripreso con questo reperto della civiltà dei consumi, saresti stata squalificata… proprio all’ultimo momento.

3 commenti:

  1. Altro avvincente racconto fantastico-western di Giuseppe, che saluto cordialmente non sentendolo da molto tempo.

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  2. Grazie per il commento, Paolo. Ci sono, ci sono! Non mi scappa niente di Pegasus.

    Giuseppe Novellino

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  3. Bel fanta-western. Ormai un genere in cui Giuseppe eccelle.
    Un racconto a mio avviso decisamente appassionante.

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