mercoledì 29 luglio 2015

LA DONNA DEL MARE di Maurizio Setti



Era un giorno d’inverno come tanti altri, il vento spirava senza sosta sin dalle prime ore della mattinata ed io mi trovavo a camminare sulla battigia ormai da circa mezz’ora.
Le onde incalzavano andando a infrangersi contro alcuni scogli che qua e là affioravano lungo il mio percorso, mentre il cielo risplendeva di un colore celeste mai visto prima. Era giunta l’ora di rincasare quando intravidi una donna camminare proprio nella direzione opposta alla mia. Era sola e notai un particolare che mi incuriosì non poco: era scalza, e per la temperatura esterna che si toccava quel giorno mi pareva un azzardo incosciente. La stavo per incrociare e più si avvicinava più cercavo di sintetizzare nella mente una domanda idonea ma soprattutto intelligente per poter iniziare una anche pur breve conversazione. Mi affascinava l’idea di scambiare anche solo quattro parole con quella donna. Mi sembrava comparsa dal nulla, come materializza dalle acque, ma questa era pura fantasia di uno scrittore che forse cercava il soggetto per un suo nuovo racconto.
Eravamo ormai in prossimità di incrociarci e non stavo quasi più nella pelle.
Le avrei chiesto se le onde del mare avrebbero poi raggiunto le dune poco distanti, visto il loro impeto incalzante. Non so perché mi era venuta in mente quella domanda, forse perché lei e il mare parevano tutt’uno. Già, mi ricordava tanto una sirena emersa dalle acque, che per magia aveva preso le sembianze di un bellissimo essere umano anche dalla vita in giù. Ormai mancavano pochi passi.
Io avevo il cuore in gola, è da tempo che non mi succedeva. Incrociai il mio sguardo col suo, ci fermammo entrambi e rimanemmo per qualche secondo l’uno di fronte all’altra.
Era meravigliosa. Non avevo mai visto un viso così candido e puro, i suoi lineamenti erano perfetti, il suo sorriso smagliante e nei suoi occhi si rifletteva il mare.
Decisi di rompere il ghiaccio, feci per parlarle ma fui prontamente preceduto dalla sua suadente voce.
«Salve, non crede che le onde prima o poi andranno a coprire le dune?»
Mi prese in contropiede ma dopo qualche secondo risposi.
«Certo, è proprio quello che pensavo mentre camminavo sulla battigia, ma mi dica: come fa a resistere a questo freddo coi piedi completamente nudi?»
«Vede gentile signore, io e il mare siamo una cosa sola, non le sono estranea e lui mi conosce bene, sa di ogni mio stato d’animo di ogni mia certezza e insicurezza e di questo non posso che essergli grata, per sempre.»
Rimasi senza parole, stetti li a guardarla e a venerarla fino a che si allontanò verso le acque, immergendosi lentamente come una sirena.
Quando l’ultimo ciuffo di capelli si inabissò mi ridestai e tornai in me.
Avevo appena conosciuto un essere meraviglioso e la sua essenza mi aveva attraversato il cuore facendomi provare una sensazione mai vissuta prima.
Nei suoi occhi avevo visto il mare con i suoi abissi, le sue meraviglie e le sue paure, quel breve istante mi avrebbe letteralmente cambiato la vita, per sempre.

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