lunedì 25 gennaio 2016

PERVERSIONE di Sergio Gaut vel Hartman

Il despota di Ropei guardò l'avvocato con occhi assassini e sorrise tra i denti. – Cosa le fa pensare – disse, –  che la sofferenza del suo cliente abbia ammorbidito il mio cuore?
– È stato vent'anni a marcire in una prigione maleodorante; vent'anni, mi capisce?
– Non ho colpa se il suo mezzo di trasporto è così lento.
Lauria sbuffò. – Non è lento. L'effetto Brentano spiega gli effetti relativistici del viaggio...
– Nessuna espressione scientifica in casa mia! – Gridò il despota. – Esse sono senza senso, eresie, perversioni. La scienza non esiste. È una truffa ideata da maghi per ingannare la povera gente. – A un tratto parve calmarsi, ma pronunciò una minaccia: – Vuol finire anche lei in una cella maleodorante?
Lauria rimase in silenzio. Era giunto a Ropei per liberare Becerra, ingiustamente imprigionato dal despota. Guarron era imponente; sembrava non aver trascurato di crescere nei suoi quasi ottocento anni di vita e di vedere quel corpo e di sentire quel respiro scoraggiante per chiunque. Dopo aver acquistato l'immortalità da un mercante del Sacco di Carbone, il despota si diede a perseguitare gli scienziati di Ropei, per evitare che qualcuno di loro, anche se per caso, scoprisse il segreto dell'immortalità. Guarron aveva voluto essere il despota di Ropei fino alla fine dei tempi, e a causa di ciò trasformò il pianeta in un porcile in arretratezza e dolore.
– È una falsa accusa – disse Lauria. – Becerra non è uno scienziato.
– Lo ha ammesso lui stesso! – urlò il despota; non sapeva parlare senza gridare. – E l’ho visto con i miei occhi - aggiunse toccandosi i bulbi oculari con un’unghia lunga e sporca, dacché Guarron non si era tagliato le unghie negli ultimi trecento anni.
– È falso – insistette Lauria. – Il mio cliente è completamente innocente.
– Non lo è. L'ho visto fare esperimenti con gli strumenti della sua scienza. L’ho visto manipolare questi piccoli e fragili strumenti. Non ho mai assistito a nulla di simile. E sono sicuro che lei neanche. Essi sono gli strumenti di un'antica scienza, appunto quella da lui praticata, una scienza occulta e maligna. La sua perversione non conosce limiti e il suo scopo è più che ovvio: privarmi del mio tesoro.
– Della sua immortalità? – azzardò Lauria.
– Sì, della mia immortalità - sospirò il despota, oppresso da un peso ma senza ammetterlo. – Si vantava della sua scienza. Sosteneva che i suoi scopi erano immortali, non io. Che io ero un inganno, e che la sua scienza esisteva già da quando l'umanità viveva in un piccolo mondo, la Terra.
– Non mi ha mai parlato di questo – disse Lauria con voce bassa. – Siamo cresciuti insieme in Tibilea, il mondo delle lune azzurre.
– Non è scienza, è perversione – insistette Guarron, testardo.
– Becerra non è un uomo pervertito.– Lauria fece una pausa e provò a sostenere lo sguardo del despota. Non era facile. – Le ha detto un nome della sua arte, della sua scienza, della sua magia... infine, della sua... attività?
– Sì! – Il despota misurò le parole, temendo con il suo gridare di spezzare il continente da costa a costa. –Ha detto che quello che fa con i suoi piccoli rettangoli illustrati si chiama... filatelia.
(Traduzione dallo spagnolo di Paolo Secondini)

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