sabato 27 aprile 2013

TUTTI VOGLIONO QUALCOSA di Giuliana Acanfora

                            
Rudji cammina scalza, i lucidi capelli neri intrecciati sulla testa come serpenti.
L’uomo bianco le guarda il petto nudo, le forme acerbe dell’adolescenza intagliate nell’ebano della fanciullezza. Si deterge il collo con un fazzoletto, il sole ghermisce come un leone fuori dalla capanna di Mama Asha.
Rudji versa dell’acqua e gli offre da bere. A lui trema la mano mentre prende la ciotola. La ringrazia con un cenno del capo. Rudji si allontana.
Sono tanti, ogni giorno, quelli che aspettano di parlare con Mama Asha.
Tutti vogliono qualcosa.
Quando l’uomo bianco esce dalla capanna, lo sguardo che posa su Rudji contiene già l’arroganza di chi ha comprato. La soggezione che dava il desiderio si è dissolta nel presagio del suo compimento. Ma le parole di Mama Asha sono come i passi di un elefante. Vanno guardate. Lui non l’ha fatto.
La notte cade come una scure sul villaggio di Usubu.
I tamburi battono. Il grido di Mama Asha li sovrasta. Dalla savana si alza un frullio d’ali. Gli uccelli, svegliati dal riposo della notte, volano via in stormo. Resta il sussurro delle fronde e, a rispondere, il crepitio del fuoco davanti alla capanna.
I tamburi continuano a ritmare. Mama Asha grida e canta, contorce il corpo come una salamandra dentro al fuoco, le sclere rovesciate sono due lune piene nella notte della sua pelle.
L’uomo bianco ha già bevuto quello che crede un filtro d’amore.
“Domani il tuo cuore sarà suo”, gli ha detto Mama Asha.
È felice, non ha guardato parole. Ma le parole di Mama Asha sono come i passi di un elefante.
Domani Rudji contenderà il vento alle gazzelle, sfiderà le correnti del fiume, danzerà per la sua tribù. Domani potrà farlo.
L’uomo bianco sente il cuore che gli sfugge, come un uccello che evade dalla gabbia. Le parole sono i passi di un elefante e lo stanno schiacciando. Stringe la mano sul petto, lì dove il battito rallenta. Si accorge che la vita lo abbandona. Il suo grido di agonia è inghiottito dalla terra, si riunisce a quello di Mama Asha che lo libera in cielo. Domani, quando i dottori bianchi lo apriranno, vedranno che nel suo corpo manca il cuore, svanito come svanisce un’ombra al calare del sole.
Rudji sente già una forza nuova che si istilla nelle vene; col respiro che si fa più ardito, il profumo della savana le addolcisce il petto. Accarezza il riflesso del suo viso specchiato nella fonte. L’acqua trema e i lineamenti corrono in ogni direzione, poi la superficie si ricompone e nel dondolio lento e ipnotico le rimanda il sorriso.
Domani Rudji sarà guarita.
Tutti vogliono qualcosa.
(Per gentile concessione dell'Autrice)

2 commenti:

  1. Letteratura Fantastica annovera tra i suoi autori una nuova e graditissima collaboratrice: Giuliana Acanfora.
    Molto bello il suo racconto d'esordio: un horror decisamente originale e ben scritto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con stile paratattico di grande effetto e di buon ritmo, viene presentata una situazione horror-drammatica di notevole impatto. Cattivo quanto basta perchè si stampi nella mente. Molto bello!

      Giuseppe Novellino

      Elimina