giovedì 3 luglio 2014

VEDOVE di Giuliana Acanfora



Alida camminava lungo il vialetto deserto del cimitero, con un fascio di crisantemi appoggiato sul braccio, e nel silenzio del pomeriggio feriale, il ghiaietto che scricchiolava sotto i suoi piedi sembrava già un rumore molesto.
La donna oltrepassò le colombaie e giunse al grande prato, dove il sole cadeva di taglio sulle lunghe file ordinate di tombe in marmo bianco posate a terra. Si avvicinò a quella dove riposava il corpo del marito, accarezzò la fotografia sulla lapide e cambiò i fiori nel vaso. Poi si sedette sulla pietra, tirò fuori dalla borsa il tablet, aprì la finestra di chat e digitò: - Amore, ci sei?
Passarono pochissimi istanti e sotto la sua scritta comparvero le parole: - Ciao Alida.
La donna sorrise e scrisse: – Perdona se da qualche giorno non mi faccio sentire, ho avuto molto da fare. Come stai?
– Come sempre. In cosa eri occupata?
– Ho aiutato la signora Cesarini con i preparativi di nozze della figlia. Glielo dovevo, lei è stata così premurosa con me quando sei mancato. Alla veglia si è occupata di far accomodare tutti e mi portava ogni sera un pasto caldo, per essere sicura che non dimenticassi di mangiare.
Mentre Alida scriveva, una giovane donna si avvicinò alla tomba accanto. I riccioli biondi le ricadevano fluenti sul vestitino nero, accollato, ma arricchito di maliziose trasparenze. E un po’ troppo corto. Quando la donna si sedette e aprì sulle ginocchia il pc portatile, l’orlo dell’abito si sollevò fino a scoprire metà coscia. Alida la guardò con indulgenza: una vedova così giovane, che pena! Le rivolse un sorriso partecipe, accompagnato da un lieve cenno del capo. La donna le rispose nella stessa maniera.
Sul tablet era comparsa la scritta: – Quando si sposa la figlia dei Cesarini?
– Questa domenica – rispose Alida. – Il ricevimento si farà all’aperto, se il tempo lo permetterà. Le previsioni sono incerte. Pioverà domenica?
– Come posso saperlo? Morire non mi ha convertito in un meteorologo. Ti ricordo che mi trovo nella dimensione S, non in cielo, come da antiche credenze romantiche. Sei ancora legata ai vecchi cliché Alida, tra poco mi chiederai i numeri del lotto.
Alida si chiese se la risposta del marito fosse canzonatoria o risentita. Optò per la seconda ipotesi. – Ma no, che dici? Perdonami, ho fatto una domanda stupida.
Sul monitor non comparve risposta.
– Amore, ci sei ancora? – digitò Alida.
Doveva essere caduta la linea. Prese il telefono dalla borsa, cercò in rubrica il numero della Amabili Resti e lo compose. Partì una musichina di attesa, che s’interruppe improvvisa a metà della prima strofa, quando una giovane voce maschile sciorinò tutto d’un fiato: – Amabili Resti assistenza clienti, sono Diego, in cosa posso aiutarla?
– La chat ha smesso di funzionare mentre la usavo – disse Alida, sottovoce per non disturbare la vicina, ma con tono brusco.
– È forse finita l’ora giornaliera a sua disposizione?
La prendeva per tonta questo Diego? – È meno di mezz’ora che sono connessa – replicò irritata. – Ho pagato un botto per la lapide con modem integrato, per non dire quanto mi spillate ogni mese per tenere attivo il servizio. Pretendo che funzioni.
– La capisco perfettamente – rispose l’operatore, con una condiscendenza che la fece irritare il doppio. – Ma lei capisca che connettere la dimensione S con la Terra non è una cosa semplice e può capitare che a volte salti la linea. Mi dia la sua posizione, faccio un controllo.
– Cimitero Beati Angeli, tomba 1014.
All’altro capo si udì un frenetico battere di tasti.
– Valentino Rodolfi? – chiese l’operatore.
– Esatto.
– Signora, lei si trova in un raggio di 10 metri dal modem?
– Senti Diego, non trattarmi da stupida. Conosco bene le regole. Sono seduta sulla tomba.
– Non mi risulta nessun malfunzionamento, la linea è attiva.
– E come lo spieghi che mio marito non risponde da dieci minuti?
– Signora Rodolfi, io posso garantirle la connessione, non posso obbligare suo marito a chattare con lei.
Anche senza vederlo, si poteva indovinare il ghigno sardonico che si era stampato in faccia a Diego della Amabili Resti. Alida chiuse la telefonata senza nemmeno salutare.
Possibile che il marito se la fosse presa per quella sciocchezza delle previsioni del tempo? Decise di fare ancora un tentativo di richiamo e aspettò. Stava per rassegnarsi, quando comparve la scritta: – Soffro molto di non poterti toccare, vorrei poter fare l’amore con te ancora una volta.
Le guance di Alida avvamparono e non poté trattenere un sorriso. Non ebbe il tempo di replicare, perché nella finestra di chat continuavano a riversarsi parole. – Mi manca il nostro gioco di sguardi, la bella complicità che avevamo. Quel tuo modo sensuale di accarezzarmi, il solletico dei tuoi capelli biondi sul mio petto, quando lo percorrevi di baci…
Alida si toccò d’istinto la chioma corvina. – Quali capelli biondi? – scrisse. – Sei impazzito?
Mentre fissava il monitor in attesa della risposta, udì uno scatto alla sua destra. La vicina di tomba aveva chiuso il portatile con un colpo secco e si era alzata. Sembrava inquieta. Senza guardarsi intorno, aveva preso la strada verso l’uscita del cimitero a passo svelto. Lo sguardo di Alida cadde su un particolare: sulla lapide accanto non c’era il logo della connecting spirit. Niente modem. E capì.
Fissò il marito nella foto, come se volesse incenerirlo con lo sguardo. – Figlio di puttana! ­ – gridò incontrollata.  – Anche morto mi tradisci.
Lasciando lì tutte le sue cose, corse dietro alla biondina, che prima aumentò il passo e dopo si lanciò in una corsetta, per quanto le permettevano i tacchi alti. Alida la raggiunse e le si buttò addosso. Caddero sul ghiaietto urlando entrambe, di dolore una, di rabbia l’altra, avvinghiate in una rissa senza esclusione di colpi, finché intervenne il custode del cimitero a cercare di dividerle. Ma Alida non era così facile da staccare: stringeva nelle mani i capelli della rivale, minacciando di strapparglieli dalla testa uno per uno.

6 commenti:

  1. Mmmhh... bella l'idea della dimensione S in luogo del paradiso.
    E le agenzie mortuarie subito pronte ad approfitarne...
    Bel racconto originale.
    Danilo Concas

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    1. Simpatico il racconto di Giuliana, con descrizione di spiriti tecnologici e vedove affrante di solitudine e gelosia...

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  2. Da tempo non scrivevo un racconto di fantascienza. Sono contenta che vi sia piaciuto.
    Giuliana Acanfora

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  3. Bellissimo. Complimenti, Giuliana! L'ho letto prima, su PescepIrata, dove ho postato un commento.
    Beh, devo dire che lo trovo molto ben costruito, con ottimi dialoghi. Hai saputo coniugare efficacemente l'idea comicomacabra con il colpo di scena del tradimento.

    Giuseppe Novellino

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