martedì 26 marzo 2013

LE PARETI DELLA MENTE di Maurizio Setti

                               



L’uomo dormiva beatamente avvolto nel lenzuolo di cotone nero.  Il suo corpo stava pregustando il riposo che il silenzio notturno gli avrebbe concesso fino all’indomani. Tutt’intorno, ogni cosa sembrava essersi assopita. Il frusciare indomito degli alberi aveva smesso di generare quel suono tipico di foglia alitata dal vento, mentre le luci dei lampioni circostanti si stavano smorzando, fino a creare un buio pesto. Anche la luna pareva ritrarsi e sembrava inghiottita da un buco nero che inevitabilmente rendeva la stanza dell’uomo una sorta di realtà astratta e impalpabile. L’unico rumore percettibile era il movimento meccanico della pendola che scandiva inesorabilmente il tempo. Tutto sembrava sospeso in mezzo al niente in un’atmosfera bucolica.  Poi a un tratto un crepitio. Proveniva dalla soffitta e  stava avanzando verso la stanza da letto. L’intensità dei decibel aumentava gradualmente e le palpebre dell’uomo iniziarono a muoversi in modo irregolare e discontinuo. I suoi occhi chiusi sembravano vedere, dal proprio interno, qualcosa o qualcuno di spaventevole e terrificante incutergli timore e paura. Un inatteso colpo di vento spalancò le finestre infrangendo i vetri,  mentre  l’intonaco delle pareti della stanza iniziò a sbriciolarsi come un biscotto. I mattoni denudati cominciarono a muoversi su se stessi  in direzione del letto. Il corpo dell’uomo rimaneva ancora immobile, come se afferrato da una forza oscura e incontrollabile che agiva direttamente nella sua testa. Il soffitto e il pavimento cominciarono a muoversi l’uno verso l’altro, come se attratti da un magnete collocato in mezzo alla stanza . Le palpebre dell’uomo iniziarono a schiudersi, le pupille rimpicciolirsi. Ora poteva finalmente prendere coscienza della realtà e  della propria sorte
Un urlo straziante fu l’ultima cosa che si avvertì.

(Per gentile concessione dell’Autore – Illustrazione dello stesso autore)

4 commenti:

  1. Il protagonista di questo racconto, mentre dorne, si desta alla realtà o si limita a sognarla? Questa ambiguità mi pare sia il perno centrale intorno la quale ruota tutta la terribile esperienza. In poche righe, concentrando tutto in un'unica scena, l'autore riesce non solo a comunicare spavento, ma anche ad abbozzare un ambiente ricco di atmosfera. C'è il gusto del frammento, in un esperimento che mi sembra riuscito. Ricca e piena di sfumature la forma espressiva.

    Giuseppe Novellino

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  2. Qualche breve monologo o pensiero del protagonista non sarebbe dispiaciuto: avrebbe reso più esplicitamente la propria tensione interiore.

    Silver

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  3. Grazie a tutti per le considerazioni e i suggerimenti.
    Maurizio

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