domenica 12 maggio 2013

IL TERZO OCCHIO di Maurizio Setti

                                      

Avvertivo un forte mal di testa quella sera. La fronte pareva scoppiarmi come se qualcosa premesse al suo interno.
Non mi era mai capitato di sentire un dolore così lancinante e intenso, ero quasi tentato di strapparmi la pelle di dosso.
Decisi allora di lasciarmi andare sul divano e aspettare che la notte facesse il suo corso. Finalmente mi svegliai alle prime luci dell’alba, ma mi accorsi di non riuscire ad aprire gli occhi.
Percepivo solo il chiaro e lo scuro. Andai in bagno, mi sciacquai per bene il viso ma ancora non vedevo nulla.
In compenso il dolore alla fronte era scomparso del tutto ed io mi sentivo fresco e riposato come se nulla era accaduto.
Mi sentivo strano, diverso dal solito, così mi gettai ancora un po’ d’acqua sugli occhi e mi sforzai di aprirli.
Cominciai a intravedere la cornice in legno che ornava lo specchio, poi intravidi una sagoma. Ero proprio io.
Più riaprivo gli occhi, più mi rendevo conto della mia espressione sconcertata e incredula.
Avevo la bocca spalancata e riuscivo a malapena a respirare, mentre l’immagine riflessa allo specchio mi osservava con due occhi chiusi, ed uno aperto.

3 commenti:

  1. La realtà che si dipana tra l'irreale e il surreale. Bello nella sua stringatezza.

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  2. L'ho sempre detto che gli specchi sono inquietanti, che possono giocare brutti scherzi. Il più frequente è quello di non riflettere la propria immagine. In quel caso bisognerebbe consultare il "Malleus Maleficarum" o in più raro "Necronomicon". Ma in questo bel miniracconto avviene proprio l'imprevisto. Mi guardo allo specchio e vedo... un alieno.

    Giuseppe Novellino

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  3. Tutto quello che esce non fa più male...racconto immediato..la magia di potersi vedere in un altro modo dà sollievo...

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