domenica 27 ottobre 2013

ALESSANDRA di Donato Altomare



 Sarà viltà o coraggio, sarà una forma stupida di fuga o una chiara dimostrazione di coerenza, ma la morte resta qualcosa di immenso che non si può affrontare col cuore pesante e la mente offuscata dal dolore. Alessandra però è giovanissima, e per questo, non accetta alternative. La sua decisione non è frutto d'una scelta ponderata, ma del desiderio inconfessabile di scrollarsi di dosso quel peso che l'opprime. E non è certo in grado di capire la differenza fra il giusto e l'errato, così, per quanto inconsciamente tenti di trattenerlo, il sottile filo della verità le sfugge tre le dita troppo impacciate.
Quella mattina non ha pensato al suicidio, anzi, crede di aver ben assorbito l'assalto della disperazione e ricacciato tra le pieghe del passato quell’incredibile storia. Ma la sua meta doveva essere il primo piano d'un alto edificio. Premere il pulsante del primo o del decimo non fa differenza. E' strano come la vita sia appesa a un filo tanto sottile. A volte basta soltanto cambiar pulsante...
Fa freddo lassù. Due colombi disturbati le lanciano un'occhiataccia prima di librarsi in volo a disegnare spirali nell'aria. Li guarda compiere ampi cerchi, mentre scendono verso la strada sottostante, e un brivido la scuote tutta.
Trenta metri più basso la vita continua in tutta la sua monotona varietà. Lei agisce con decisione. Sale sul parapetto e, incurante delle urla di qualcuno che da una finestra di fronte l'implora, allarga le braccia quasi fossero ali. Imita il volo degli uccelli.
Si lancia.

Nono piano
Aria.
Una fresca zaffata d’aria le riempie le nari e le solleva la gonna mettendo in mostra le giovani gambe ossute. Aria. Si sente sospesa.
Un campanello d'allarme echeggiò nella sala senza pareti né soffitto. Nessuno fu colto alla sprovvista, erano tutti al proprio posto. Come sempre. Furono subito resi edotti dell’emergenza e furono diffuse tutte le informazioni del caso. Bisognava salvare quella giovane donna. A qualsiasi costo. Per fortuna avevano tempo. Avrebbe toccato l'asfalto della strada tra circa tre secondi.
Aria.

Ottavo piano
Ancora niente. Il Comando delle Operazioni ha chiesto tempo. Gliene è stato concesso a sufficienza, un secondo e mezzo per decidere e uno per intervenire. Mezzo secondo di riserva. Il Comando ha evidenziato alcune perplessità sulla riuscita dell'operazione. Non per il tempo, che è sufficiente, ma perché alla ragazza manca la volontà di sopravvivere. Il Capo Carismatico ha ordinato di agire in ogni caso.
Lei ha gli occhi sbarrati, le labbra livide e il volto arrossato.
Ma ancora non chiede di vivere.

Settimo piano
I dintorni furono esplorati. L'attenzione si puntò sul telone di un camion vuoto che stava sopraggiungendo. C'era però una difficoltà, l'asta centrale. La ragazza l'avrebbe urtata in pieno con conseguenze letali. Inoltre l'autista correva troppo e avrebbe oltrepassato il punto d'impatto. Bisognava farlo rallentare e sterzare un po’ a destra. Il Capo Carismatico ordinò di correre il rischio, e che tutto fosse calcolato con assoluta precisione. Non ammetteva errori. Certo, un insuccesso sarebbe stato fatale, ma non c'era paura nella sua voce. Poi la sua mente si chiuse in attesa.

Sesto piano
Senza storia. Il Comando Operazioni ha elaborato l’azione.

Quinto piano
Tutto è pronto. Ma restava il fatto che lei voleva ancora morire. Poi il miracolo.
La mano di Alessandra, spinta dal vento, accarezza il ventre. Un momento... forse... SI', URLA...VUOLE VIVERE. Per se stessa, per colui che porta in grembo, per il mondo intero immerso nel buio e per la vita, anche se spesso si crede che non meriti di essere vissuta, vuole vivere per gridare in faccia alla gente il suo orgoglio, vuole vivere non perché teme la morte, ma perché ha solo quindici anni.
E la morte è sempre in anticipo.

Quarto piano
La mente del Capo Carismatico emette una specie di sospiro di sollievo. E' felice, ma il pericolo che non tutto vada bene c'è sempre. Mille domande si intrecciano. Forse avrebbe dovuto seguire un'altra via, forse un’altra apparizione. Forse avrebbe dovuto usare un medium.
No, non avrebbe potuto diffondere il Messaggio di salvezza scendendo dall'astronave o comparendo dal nulla agli uomini. Assolutamente no. Per questo aveva scelto la via più "normale". Doveva nascere uomo.
Un altro Uomo.
Dalla Sala Controllo diedero l’OK. Tutto è pronto. Iniziano i lunghi centesimi di secondo di preparazione. Per fortuna la ragazza pare come svegliatasi dalla mortale indifferenza. Vuole vivere e questo avrebbe facilitato l'operazione. Ancora la mente del Capo Carismatico insegue altri pensieri per lasciar scorrere il tempo. Sì, il momento per nascere era quello giusto, come pure la donna. Ma come avrebbe potuto immaginare che invece di felicità avrebbe portato in lei disperazione? Gli riusciva difficile capirne la ragione. Procreare, in qualsiasi parte dell’Universo, era l’atto più bello, più straordinario che si potesse compiere. La nascita di un figlio era, su qualsiasi pianeta, quanto più vicino al concetto di eternità. Ma la mente di Alessandra gli aveva portato strane “notizie", a lui incomprensibili. Pareva che... insomma pareva che la disperazione della ragazza fosse dovuta al fatto che nessun uomo… aveva ancora sfiorato il suo corpo acerbo. 
Eppure c’era vita nel suo ventre.

Terzo piano
Lei chiude gli occhi. Il maglioncino marrone di morbida lana le delinea il giovane seno e il ventre appena appena accennato. I capelli tirati all’in su sferzano l'aria quasi cerchino disperatamente un appiglio, come scuri artigli su una parete di ghiaccio.
Piange.
Il Capo Carismatico “assorbì" quel pianto. Buon segno, ottimo segno. Il rimodellamento della Terra sarebbe partito dall’annichilimento d’ogni genere di pianto. Ma c’era bisogno del Messaggio. Senza il Messaggio il pianeta non avrebbe avuto una seconda nascita e sarebbe tornato a involversi verso la morte. Sarebbero bastate poche parole, la spiegazione della Forza Prima, l’esaltazione di quella Interiore. E l’impossibilità di nascondere i propri pensieri. Così l’umanità si sarebbe salvata. Ma qualcuno avrebbe dovuto portare il Messaggio.
Il Nuovo Nato.
Intanto il Comando Operazioni attendeva pazientemente. Ancora tre lunghi decimi di secondo. In un angolo, dalle inesistenti pareti, qualcuno parlava con voce cantilenante. Forse supplicava i Creatori.

Secondo piano
Un impulso violento scuote la mente di un cane. Uno scatto deciso verso la strada a incrociare le ruote del camion. Tutti osservano con ansia crescente l'azione, temono la lentezza dei riflessi umani. Per fortuna ogni cosa si svolge secondo il piano. Il conducente lo vede, d’istinto tenta di evitarlo e sterza leggermente, mentre pigia il freno con forza. Troppo. Non deve bloccare l'automezzo, solo farlo rallentare. Occorre intervenire. Una penna rotola giù e si infila sotto il freno. Lo blocca in parte.
Il Capo Carismatico capì che l’azione era stata opportuna e perfetta. Peccato abbia comportato la morte del cane, stritolato dalle ruote.

Primo piano
Il telone si avvolge come un sudario intorno al corpo della ragazza. Uno sbuffo di polvere annuncia l'impatto. Il telone tiene e la salva. Li salva, lei, il Bambino-Messaggio e il mondo intero.
Le menti si unirono in un impeto d'esaltante gioia. Esultarono. Il Comando Operazioni ricevette le congratulazioni del Capo Carismatico e il suo caldo senso di felicità. Ma il tempo di esultare doveva essere breve, bisognava preparare la Venuta. Il Capo Carismatico riordinò le funzioni operative e impose: continuate. Poi si chiuse in se stesso per riflettere.
Qualcosa gli diceva che laggiù… là fuori… la sua missione non sarebbe stata per nulla facile.

5 commenti:

  1. Ancora un racconto incisivo, interessante di Donato: un racconto ben strutturato che s’incentra, direi, su una descrizione precisa, mozzafiato, la quale, attimo per attimo, ci fa vivere, quasi assistere concretamente a momenti di una situazione oltremodo drammatica.

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  2. Ciò che mi ha maggiormente colpito è la vertiginosa discrepansa tra tempo della storia e tempo della narrazione. Direi fulminante ed efficace per trasmettere un messaggio esistenziale sull'estrema fragilità e sull'estrema importanza della vita. Molto bello, coinvolgente e mozzafiato.

    Giuseppe Novellino

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  3. Sì, un bel racconto, molto avvincente.
    G.S.

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  4. Caspita, davvero un bel racconto. Complimenti!

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  5. Che dire? Grazie. Trovo molto stimolante avere commenti 'a caldo'.
    d.

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