mercoledì 8 ottobre 2014

IMPROBABILE ADRIANA di Peppe Murro



ad Adriana Alarco de Zadra

legato ai suoi fianchi con un filo d'argento
un vecchio aquilone la portava nel vento
e lei lo seguiva senza fare domande
 perché il vento era amico ed il cielo era grande

questo avrebbe voluto dirle, questo pensava di lei, ma il buon senso e la sua timidezza gli dicevano che le sue parole potevano apparire come una sviolinata non richiesta.
Vedeva bene che lei non seguiva aquiloni, ma solo il suo cuore viandante... una scrittura limpida, talvolta dolcemente feroce e ironica, ma sempre comunque venata di malinconia, come di chi si rende conto che dietro i vetri della finestra talvolta può apparire il sole ma davanti c'è comunque il deserto.
la solitudine dei giganti  in un paese di nani, pensò, o di quelli appena normali
Avrebbe voluto incontrarla, dirle che le sue pagine lo incantavano ogni volta... e probabilmente proprio per tale motivo non voleva.
improbabile adriana, voleva dirle, mi piacerebbe talvolta ascoltare le tue storie con quella voce roca e l'anima limpida,  e avrebbe pure voluto sfiorare di sguardi quella linea di tristezza che sentiva anche sua, e pianamente, in penombra, dirle, come si usava con chi era importante, baciamu li mani.
Ma arrossiva a quel pensiero che gli sembrava così sfrontato, lui, che di fronte ai suoi commenti  si sentiva come la poetessa ...arrossisco come una madre quando le dicono che suo figlio ( i racconti) è bello 

improbabile adriana...
chissà com'è, non gli riusciva di pensarla che bella, col chiarore nei capelli di una donna matura (alla E. Dickinson, per capirci o come i volti delle foto di Margareth Cameron) che invecchia con sapienza e uno sguardo leggero sulle cose, seduta sul dondolo del patio, i capelli raccolti legati alla nuca, lo sguardo nudo e chiaro.
Non gli riusciva di immaginare un volto sfrontato e giovane dietro le sue pagine, ardito nel guardare e nell'osare: la vedeva invece assorta, col segno leggero di un tempo che andava segnandola senza riuscire ad offenderla.
Sì, avrebbe voluto incontrarla per dirle la sua ammirazione, ma immaginava la scena di quell'improbabile colloquio e si sentiva più ridicolo di quanto la sua timidezza gli consentisse.
Quasi a chernirsi, quegli incontri mai stati avvenivano, nei suoi pensieri, in pubblico o all'aperto, dove lui potesse guardarla da lontano e quasi per telepatia comunicarle non visto il suo ammirato ringraziamenrto per il piacere che le sue pagine gli procuravano.
Fisime ancora, si diceva, non era importante quell'incontro impacciato, bastavano le folate fresche delle sue righe o i suoi orrori inconsueti a dargli sollievo e compagnia.  Gli sembrava comico e buffo che tanta ricchezza fosse incanalata  in racconti di fantascienza fatti fra amici garbati che credevano all'uomo e alla scrittura. Vedeva la poesia dietro quelle pagine che un rigore accorto limava, concedendosi al sorriso e all'ironia.
Forse avrebbe preferito che la poetessa venisse fuori con forza, ma poi pensò che erano pensieri di un vanitoso che invecchiava tra la desolazione umana, sorpreso e felice che ogni tanto, da qualche parte del mondo, dei fogli di carta restituissero la primavera .

improbabile adriana, lettrice del mondo, frenatrice accorta della malinconia, indagatrice distaccata dell'anima, scrittrice di fantascienza... ti riverisco

6 commenti:

  1. Bellissimo brano, come al solito soavemente, dolcemente poetico dell'amico Peppe, con dedica a una brava, deliziosa scrittrice, Adriana Alarco, i cui racconti impreziosiscono le pagine di Pegasus.

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  2. Carissimi: non saprei come ringraziare quelle dolci parole che mi dedica l'amico Peppe. Posso soltando dire Grazie in tutte le lingue e ci troveremo ancora su Pegasus per sconfiggere la malinconia e la tristezza.

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    1. Hai detto bene, Adriana: ritrovarsi su Pegasus per sconfiggere la malinconia e la tristezza. E il fine dello scrivere, in fondo, è anche questo: sentirsi vivi e vitali attraverso le parole, le storie narrate, e da queste prendere spunto per operare concretamente e fattivamente nella vita di ogni giorno. Il solito, immortale binomio vita-letteratura, caro a tanti scrittori e sempre, io credo, perseguito.

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  3. Bellissime parole. Che la mia dolce e avventurosa mamma merita. :)

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  4. Un brano intenso e di prezioso lirismo.
    Ispirato alla grandezza di Adriana Alarco de Zadra e al suo cuore immenso.

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  5. Ringrazio la figlia che ha scritto quelle parole sul bello scritto di Murro e anche l'amico Stefano, generoso come sempre nei miei confronti.
    Un grande abbraccio.

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