sabato 8 marzo 2014

IL PULEDRO ASSATANATO o LE FANCIULLE DEL WEST di Valérie Bédard



Ora vi racconto una storia che mi è capitata molti inverni fa a Sainte-Thècle, nella remota e nordica regione chiamata Mauricie.  Siccome le conseguenze dei fatti di cui vi parlerò sono state tremende, vi prego di non dir niente a nessuno.
Una mattina di gennaio tanto fredda che il piscio dei cani si gelava prima di toccar terra, ricevetti una drammatica telefonata dall’amica con cui allevo cavalli. Il terrore che vibrava nella voce di Julie mi fece rabbrividire, nonostante l’ardore della stufa rovente. Spooky Moonlight, il puledro ultimo nato, fiore all’occhiello dell’allevamento T-Boucly, era stato colpito da un fiero morbo : di prima mattina, il rampollo di Silver Moonlight  – indubbiamente il più bello stallone della contea – sgambettava a fava ritta e a trentacique gradi sotto zero. Cosa di pessimo auspicio, ovviamente.
Mi precipitai sul posto. Il ranch sembrava intirizzito nel freddo e nel vento, un’aria di sciagura si aggirava nei dintorni, simile a quello stramaledetto, fottutissimo puma che bazzica ancora oggigiorno le nostre contrade, date che nessuno ce l’ha mai fatta a stenderlo.
In un battibaleno, mi diressi allo stabbio. Effettivamente, lo splendido puledro appaloosa ce l’aveva duro e dritto come un fuso, noncurante del vento, del freddo e dell’opinione pubblica. Julie piangeva – in più, era gravida – ed io con lei, tremante di paura e di freddo. Mai avevamo visto un tal prodigio nella nostra carriera d’allevatrici. Ma sentivamo, con una stretta al cuore, che la volontà divina non c’entrava per niente..
Telefonammo a Isabelle, la numero tre del nostro temutissimo trio di cowgirls : siccome aveva fatto la scuola veterinaria, magari avrebbe potuto tranquillizzarci… Macché! Anzi, confermò la peggiore ipotesi : sicuramente, tale erezione sgangherata era opera del Maligno. Voialtri cittadini ridete di noialtri campagnoli, che considerate come una banda di deficienti superstiziosi. Al che vi rispondero’nel seguente modo:
1) Venitecelo a dire in faccia, allora, porca puttana! Avvertendoci in anticipo, magari, così faremo digiunare i cani per un paio di giorni… 
2)  Voi non siete altro che una manica di degenerati tagliati fuori dalla natura e dai suoi insondabili misteri, belli e terribili, cazzo!
Insomma, ritorniamo al puledro. Ormai era chiaro che nessun veterinario ci sarebbe accorso in aiuto. Allora Julie chiamò la parrocchia, controstomaco. Come la maggior parte delle cowgirls locali, non avevamo più rimesso piede in chiesa dal giorno in cui, durante l’omelia, il parroco aveva tuonato contro di noi dal pulpito, chiamandoci amazzoni peccatrici, intemperanti e sguaiate. Tuttavia, anche se Don Lalonde è un grandissimo stronzo misogino che condanna perfino la musica country, resta sempre l’esorcista più bravo della regione… Ma era quel giorno era fuori parrocchia, in diocesi, come ci fece sapere il sagrestano, che Julie convocò immediatamente : infatti correva voce, in paese, che non se la cavava mica male, in campo d’esorcismi.  Non come il parroco, ma quasi.
Il sagrestano arrivò ubriaco fradicio. Malgrado ciò, in tale situazione d’emergenza e d’estremo pericolo per il puledro, fu giocoforza aiutarlo a trascinarsi fino al recinto… Nonostante la solenne sbornia, quel brav’uomo del sagrestano Paquet ce la mise tutta e si lanciò nell’esorcismo detto fatto.
Fu una scena terribile.
Immaginatevi il sagrestano che barcollava, salmodiando roba in latino davanti ad un essere che non aveva più niente d’un puledrino coccoloso. Spooky, con gli occhi rosso fuoco e col membro bluastro che faceva proprio pena a vedersi, scalpitava e s’inarcava nitrendo, muggendo e belando. Prese il malcapitato a zoccolate, vomitandogli gavettoni di mangime in faccia. La battaglia ci parve durare ore e ore! Alla fine, il sagrestano si tirò giù la chiusura lampo, ne trasse fuori il pene in erezione e cadde riverso, cacciando un immenso grido di dolore. Accorremmo subito, ma non potevamo fare più niente per il poveretto. Ci inginocchiammo sul ghiaccio ai suoi piedi e recitammo la preghiera del cowboy, quella che si dice sempre prima del rodeo, l’unica che sappiamo a memoria. Accanto a noi, Spooky, placato, con la fava ridotta a miti consigli, ci guardava con i suoi begli occhioni chiari.
Il sant’uomo aveva vinto il duello contro il Male.
Sì, però la salma conservava spaventose tracce della tenzone. Che avrebbero pensato quelli della diocesi, nello scoprire il sagrestano in queste condizioni, tutto sbrodolato di vomitaticcio, puzzolente d’alcole, con l’uccello violaceo e dritto come un baston di maresciallo? Se il corpo era insozzato, la memoria non doveva esserlo. E così la mia cara Julie, incinta fino agli occhi, ed io, piena di dolori artritici, prendemmo l’unica decisione possibile.
Ci mettemmo tre ore, a terminare la mesta impresa. Nell’aria gelida dei campi soli risuonavano i nostri singhiozzi, semicoperti dal rombo del trattore. Il coraggioso sagrestano, colui che aveva dato la vita per la salvezza dell’allevamento, fu sepolto sotto un mucchio di letame, destinato a rimanere intatto nei secoli. Ora come ora, del grand’uomo resterà al massimo qualche misero osso. Non appena la triste e maleodorante tomba fu su di lui richiusa, Julie ed io ci giurammo di non svelare mai questa terribile storia e di venerare per sempre la memoria del caro estinto nei nostri cuori.
 Zia Valérie
(Traduzione dal francese di Serena Gentilhomme)

3 commenti:

  1. Un cordiale saluto a Valérie. Simpaticissimo il suo racconto, tra grottesco e fantastico, con spunti davvero esilaranti.

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  2. Divertentissimo. Ben scritto
    G.S.

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  3. Racconto spassoso, scritto con vivacità espressiva e con una bella caratterizzazione dell'ambiente e dei personaggi.

    Giuseppe Novellino

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