giovedì 5 maggio 2016

GATTI di Peppe Murro

Si sentiva davvero stanca ma era molto contenta di aver finito di tagliare a pezzettini il fegato per i suoi gatti… poveri micetti, avevano sempre fame, ma erano così dolci e di compagnia… e poi le frattaglie già le aveva passate al tritacarne come per farne polpettine piccole piccole." Già - disse fra sé - ce ne voleva per soddisfare quelle birbe", ma erano la sua sola compagnia da quando il suo uomo aveva deciso di morire. Non erano stati bei momenti, sola a portare avanti il necessario per la locanda… non è che si facessero grandi affari, quella era una strada secondaria e la città più vicina distava chilometri e chilometri. Ogni tanto però qualcuno si fermava e tanto le era sufficiente, lei non aveva grandi pretese, e neppure i suoi micetti.
A volte, quando arrivava qualche cliente si sentiva subito presa da una strana ed allegra frenesia, le tornavano tutte le forze… eppure era faticoso e diceva a se stessa di non sapere fino a quando ce l’avrebbe fatta. C’erano i suoi gattini, però, e sentiva che era un piacevole dovere provvedere a loro. E certo che la ricambiavano: si strusciavano morbidi alle sue caviglie scarne, si sdraiavano pigramente sul suo grembo e si lasciavano carezzare quasi con avidità da quelle dita ossute che scavano piccoli sentieri nel loro pelo, mentre si stiracchiavano sonnolenti e sornioni. Era felice, perché in fondo la loro era la sola compagnia che aveva, diversamente forse sarebbe impazzita per la solitudine.
Si scosse da quei pensieri, raccolse a piene mani i pezzettini di fegato e chiamò mici... micetti..." e subito fu sommersa da miagolii quasi imperiosi che la circondarono petulanti. Sorrise e si abbassò mettendo tutto in diverse scodelle. Guardò con soddisfazione i gatti che si affannavano lì intorno famelici e ingordi…"bravi,
mangiate, mangiate pure senza litigare, ce n’è tanto…"
Si pulì le mani sul grembiule, raccolse con cura le frattaglie per riporle nel frigo... sì, ai suoi micetti piacevano veramente tanto fegato e frattaglie e chissà perché non mangiavano altro.
 Si guardò intorno… certo, ce n’era di roba da spazzare, e tutto quel sangue, poi.
Scosse le spalle, beh, a tagliare il cadavere ci avrebbe pensato poi… chissà da dove veniva quel forestiero?  

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