martedì 11 novembre 2014

AL AZIF di Claudio Foti



Dovevo dirlo a Marco.
Quel libro era davvero insolito.
Composto da parole latine, simboli greci e rune, come se chi lo avesse scritto conoscesse bene tutte queste lingue. Alcuni stralci erano riscritti con un inchiostro diverso. Ai lati disegni e marginalia, calligrafia diversa, quasi illeggibile.

17 agosto
L’ho fatto vedere a Marco e lui ha trascorso la notte cercando di decifrarlo.

18 agosto
Nulla di nuovo. Il manoscritto rimane un mistero. Marco mi ha chiesto alcune cose, di astronomia più che altro. Ormai completamente assorbito da questa ricerca. Mi chiede se conosco un tale Olaus Wormius.

19 agosto
Marco ritiene che il manoscritto, di tale Alhazred, spieghi come aprire un passaggio per il mondo dei morti. Non ho tentato di disilluderlo. Voglio che sperimenti personalmente l'assurdità della sua ipotesi.
Mi ha spiegato che, secondo il libro, occorre trovare un sentiero, con determinate caratteristiche, orientato nella giusta direzione.

20 agosto
Marco ha passato tutto il giorno alla ricerca di un posto adatto. Stanotte ci sarà luna crescente, indispensabile pare. Vuole che vada con lui. Il sentiero che ritiene adatto è semplicemente una strada che porta a un gruppo di case in cima a una collina.

21 agosto
Il mio scetticismo è stato scosso la notte scorsa.
Arrivati sul posto abbiamo notato che gli alberi che costeggiano il sentiero impediscono alla luna di illuminarlo bene, ma Marco aveva una torcia elettrica.
Quasi subito ha attirato la mia attenzione sul vento, o meglio, sulla sua mancanza. L'atmosfera era spettrale. Il buio così fitto che anche la luce della torcia era insufficiente. Eravamo quasi arrivati a metà del sentiero, quando Marco disse di aver visto qualcosa proprio dietro a noi.
Il suo terrore suggestionò anche me. Mi parve che una serie di ombre, quasi indistinguibili dall'oscurità circostante, ci passassero accanto, impalpabili e lievi, dirette verso il paesino in cima alla collina, e che poi, dopo un tempo indefinito, tornassero sui loro passi, ridiventando tutt'uno con il buio.
E' successa anche un’altra cosa strana. Il mio orologio è indietro di mezz'ora, ovvero più o meno il tempo dell’escursione.

23 agosto
Oggi è accaduto l’inspiegabile. Ieri nessuno degli abitanti delle case in cima alla collina è sceso in paese e così la signora Adele, che ha una sorella lassù, mi ha chiesto se, per cortesia, potevo sincerarmi delle sue condizioni.
Appena arrivato ho notato quel silenzio. Ho bussato alla porta ma invano.
Era aperta così sono entrato. Sulla tavola c'erano ancora i resti di quella che era stata la cena. Sono uscito, ho chiamato ancora, ho bussato a tutte le porte, inutilmente.  Nessuno riesce a capire perché gli abitanti della collina abbiano lasciato improvvisamente le loro case, e senza prendere nulla.

24 agosto
Marco sembra impazzito. Continua a ripetere Iak-Sakkak, Iak-Sakkak. Quando gli ho chiesto spiegazioni mi ha detto “è colpa mia, ho aperto le porte dell’inferno”. Tutte sciocchezze!
E' inutile cercare di farlo ragionare. Gli ho ripetuto più volte che ero stanco dei suoi scherzi e che aver percorso un sentiero di notte non può aver scatenato alcuna forza malefica.
Marco ha insistito, mi ha fatto leggere il passaggio del libro che ha interpretato nel seguente modo:
"Il passaggio lungo un sentiero orientato in direzione nord-est di anime battezzate quando la luna crescente, mostra la via del ritorno alle anime di coloro che non camminano più su questa terra."

25 agosto
La follia si è impadronita di tutti.
Stamattina siamo stati aggrediti. L'unico motivo per cui siamo ancora vivi è perché siamo riusciti a raggiungere la chiesa ed il parroco è riuscito a calmare la folla.
E' assurdo. Mi sembra di essere tornato ai tempi oscuri della caccia alle streghe.
Ho deciso di partire domani stesso.

26 agosto
Marco non vuole partire. Crede di aver aperto un passaggio con l'aldilà e vuole chiuderlo. Ho deciso di assecondarlo. Stanotte torneremo laggiù e finalmente potrò dimostrargli che è stata tutta un'allucinazione, e che ha visto solo quello che si aspettava di vedere.
.....
Solo ora ho ritrovato il coraggio di riprendere questo diario.
Voglio affidare a queste pagine il ricordo di ciò che è accaduto perché chi le leggerà non commetta gli stessi nostri errori.
Marco mi guardò a metà del sentiero. “Ho letto il libro,” mi sussurrò,  “ho sfogliato ogni pagina, cercato il significato di ogni simbolo e ho capito. Solo se qualcuno oltrepasserà di sua volontà il varco tra i due mondi questo verrà sigillato di nuovo. Ma  chi lo farà sarà condannato a vivere in eterno nell’altro mondo. Devo farlo io. Io ho dato inizio a questa follia. Che Iddio abbia pietà delle nostre anime.”
Queste furono le sue ultime parole. Lo guardai incredulo avvicinarsi ai margini del sentiero, passare nell'arco buio delimitato dai rami di due alberi e sparire.
All'inizio infuriato lo chiamai ad alta voce, come poteva avere ancora voglia di prendermi in giro? Mi girai per andarmene, sicuro che fosse si fosse nascosto per ridere alla mie spalle, e fu allora che la vidi.... Nostra madre, uguale a come la ricordavo il giorno in cui morì, mi chiamava...
Persi completamente il controllo e scappai senza osare guardarmi indietro.
Ho fatto mettere una lapide lungo il sentiero, nel punto in cui vidi Marco per l'ultima volta.
Sul marmo ho fatto incidere solo la sua data di nascita; non sono certo che sia morto...

5 commenti:

  1. Racconto avvincente, suggestivo, quello di Claudio, cui diamo il benvenuto sulle pagine di Pegasus.

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  2. Devo dire che mette paura: quindi mi sembra un racconto riuscito. L'atmosfera tra il gotico e il lovecraftiano risulta convincente. Poi mi è piaciuto il finale, dove l'orrore lascia il posto a una specie di domestica tristezza.

    Giuseppe Novellino

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  3. Un ottimo omaggio a Lovecraft in ambiente Italiano. Complimenti.

    Danilo Concas

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  4. Conoscevo già questo autore e questo racconto conferma la sua capacità di narratore, nello specifico Lovecraftiana!

    Laura Certeri

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  5. Bellissimo!

    Fabrizio Luce

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