martedì 17 giugno 2014

LA STORIA DI LI-PO di Peppe Murro

Non c’era altra voce che il vento presso di loro, il sole disegnava smeraldi sinuosi tra le foglie.
Li-Po guardò Kris con un accenno di sorriso, disegnò un cerchio con la mano sull’erba, chiuse gli occhi, mentre con voce piana iniziò a raccontare.

Nella terra del Cuore c’erano due re inesorabili e crudeli che da anni si facevano guerra: dovunque era dolore e devastazione, morte e carestia. Ma nessuno dei due riusciva a prevalere sull’altro e così un giorno decisero che si sarebbero scontrati solo i campioni dei due eserciti. Il vincitore avrebbe assegnato la vittoria al suo re.
I prescelti furono il prode Ki-Yuan e la fiera Chu-Lai, campioni di spada e d’arco, di lancia e di pugnale.
Perché la lotta fosse più feroce, i re portarono i due guerrieri in un deserto lontano, oltre i fiumi del Vento ed i monti della Luce: “Camminerete insieme fino al bosco dove vi aspettiamo, e lì combatterete per noi.” Questo fu l’ordine dei re.
E andarono via, lasciandoli soli.

Ki-Yuan lisciava ogni giorno la spada, Chu-Lai pettinava i suoi capelli e lisciava i pugnali.
Camminarono molti giorni sotto il sole terribile, senza guardarsi, senza dire parole.
Eppure pian piano Ki-Yuan si sorprese ad osservare sotto la luna come il petto di Chu-Lai si muovesse piano, e Chu- Lai si sorprese della sua sorpresa a guardare le mani di Ki-Yuan e il suo viso…
Impiegarono mesi per uscire dal deserto e mesi per passare le montagne.
Era fiero e sicuro il loro sguardo, ma da tempo Ki-Yuan non lisciava più la spada, né Chu-Lai i suoi pugnali: si guardavano di nascosto, quasi con vergogna, talvolta si scambiarono dell’acqua.
Chu-Lai imparò ad abbassare lo sguardo, arrossendo; Ki-Yuan s’accorse di sognare. E di desiderare.
Camminarono affianco per il resto del viaggio e talora le loro ombre si sfiorarono.
O forse furono i loro pensieri.
Ma finirono i monti, e i fiumi, e le distese desolate: in lontananza si stagliava la linea verde cupo del bosco. Per la prima volta si guardarono negli occhi, ricordarono le parole dei re, tornarono al loro destino.
Al limite del bosco, al centro della terra del Cuore, i loro re li aspettavano,gli eserciti aspettavano: era il tempo !

Ki-Yuan fu vestito di bianco, gli cantarono la nenia dei nemici uccisi, lo salutarono con grida feroci di guerra.
Chu-Lai fu vestita di bianco, gli cantarono la nenia delle sue vittorie, la salutarono con grida e lance alzate.
Di fronte l’uno all’altra, fermi, armati, pronti a darsi la morte: chi può dire il freddo dei loro pensieri?
Si lanciarono urlando l’uno contro l’altra, le lame mandavano scintille e le vesti si attorcigliavano in una danza frenetica e misteriosa, e il ferro baciava le vesti senza lacerarle, la carne non aveva bocche di sangue..

Più Ki-Yuan la guardava combattere e più l’ammirava, più combatteva e più capiva di esserne innamorato; le sue mani impugnavano la spada ma avrebbero voluto carezzarla.
E Chu-Lai non capiva,continuava la danza dei colpi, ma non voleva ferire… le sue mani portavano la morte, avrebbero voluto portare dei sogni.
Combatterono a lungo, il tramonto già incendiava il cielo e incupiva il bosco: si guardarono, fermi, ansanti. Poi Chu-Lai si scagliò verso di lui urlando, la spada tesa in avanti.
Ki-Yuan la guardò, le sue mani si aprirono facendo cadere la spada. Sussultò un poco mentre la lama lo traversava. Lentamente cadde per terra, mentre una rosa rossa si dipingeva sul bianco del sua abito.
Chu-Lai si fermò, si inginocchiò tremando verso di lui: “Perché? Perché non hai schivato il colpo?” Ki-Yuan alzò il viso verso di lei, triste, dolce, : “Perché tu potessi avermi !”

Questa la storia che Li-Po raccontò a Kris, al suo cuore deluso, mentre Solaris cupamente brillava dietro l’oblò, bello nel cielo nero, inestricabile dentro i suoi pensieri.




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