lunedì 16 marzo 2015

IMMOTA IMMAGINE DI GIUSEPPE C. BUDETTA




  
In fondo all’orto, il vecchio albero di albicocche viveva la segreta esistenza vegetativa. Dorate iridescenze sulle folte foglie, come i capelli di selvaggia dea. Nel pomeriggio afoso, sprigionai la possente forza, animata da energia giovanile. Per noia, mi arrampicai sull’albero con larghe bracciate, tra ramo nodoso e ramo frondoso. Con la stretta delle cosce, facendo leva sui ginocchi, risalii il tronco squamoso che come cavallo domo tremolò. Ero giovane e potente. Ero la piccola vedetta lombarda nel libro Cuore di De Amicis. All’orizzonte non c’erano gli Austro-ungarici, ma il fulgore del tramonto estivo che allungava al suolo ombre a dismisura. Pesai: se cado da quest’altezza, mi rompo un osso. Potrebbe cedere il femore a frantumarsi come il vetro, o la tibia-fibula, o i legamenti crociati del ginocchio, o il calcagno, o le ossa dell’avambraccio. Se fossi caduto davvero male come un fesso, avrei potuto lussarmi la colonna vertebrale. Così oltre all’albero che muto mi sorreggeva, con quel caldo avrei scomodato il traumatologo. Un fresco venticello m’accarezzò la pelle. Su di me, il garrito delle rondini. Tra la resinosa scorza, una formica spersa. Sbadigliai: m’annoiavo pure lì. Avrei potuto chiamarti col telefonino. Saresti salita con me sull’albero d’albicocche, assecondandomi. Nel tramestio di frasche, sarebbe caduto un immaturo frutto: piccolo martire del nostro amore.
   Sul triforcuto tronco, la coscienza si sciolse come nebbia. Quasi accogliendo un segreto invito che il vecchio albero m’inoltrava, m’addormentai sia pur per poco. Ero davvero un ominide scimmiesco, nella siesta. Nel breve sonno, vidi da lontano i vecchi genitori, morti ormai da tanto, sorreggersi a vicenda ed allontanarsi per una ombrosa via. Intorno, un tremolio di foglie.

3 commenti:

  1. potentemente barocco, è un quadro riuscito di afosa e sottile malinconia
    peppe murro

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  2. Ha le caratteristiche della prosa d'arte. Colorito e suggestivo nel linguaggio, è un bel quadretto che nasconde un sottile mistero.

    Giuseppe Novellino

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