mercoledì 10 febbraio 2016

CHRISTINE, SECONDA POSSIBILITÀ di Carlos M. Federici

Qual lieve arazzo dal casto disegno,
 ai tuoi piedi depongo il mio anelito;
la tua superba figura di ghiaccio
mi imprigiona nel suo místico incanto. (*)                                                                 

Li distesa, con gli occhi ancora chiusi e le braccia stese a croce, mi sembra quasi inerme... L'effetto magnificatore della coperta che la cinge permette di distinguere, anche dalla relativa distanza a cui mi trovo, perfino l'ombra sottile di ogni ciglia sulla guancia. Bella come è sempre stata, senza dubbio; ma... arresa, come se infine fosse giunto il momento della consunzione.
Mi schiarisco la gola senza farmi notare. Mi sentó un po' a disagio tra tanto privilegiato quoziente intellettuale. Non ignoro che, di norma, non mi spetterebbe presenziare all'avvenimento (ufficialmente, non sonó nessuno); ma siccome non avrei mai accettato l’idea di essere assente, a suo tempo mossi letteralmente cielo e terra, supplicai, mentii, incorsi nelle più vergognose, piccole bassezze, tutto pur di ottenere l’imprescindibile Permesso di Assistenza, riservato solo ai Notabili.
Ancora pochi istanti, mi dico, ed il velo cadrà... Avverto un autentico panico, lo confesso, per quanto ne possa risultare; ma malgrado i clamori dell’istinto mi spingano a fuggire, so che mi riuscirebbe impossibile pretendere di eludere il mió destino. Forse, penso, l’evento intero della mia povera esistenza si è pianificato in qualche luogo, un tempo, col proposito esclusivo di sfociare in questo.
Impallidisco. Non hanno tremato quelle ciglie d’oro? Sara già il momento di...?
—Imminente, signori— annuncia la voce ingolata di Luthers.
Una nube di mormorio la ratifica, con impeto assembleare. (Luthers somiglia ad un fuggiasco della vendetta giudea, un'autentica caricatura di nazista stile Hollywood, ma non per questo cessa di essere il più celebre psiconeurologo d’oggi.) Insieme a lui ci sono altre celebrità: Mac Foxx, rappresentante del Popolo nel noto caso dell’assassinio di Emmanuelle; la Papessa Lucia I, giunta specialmen-te da Rome-sur-la-Seine per assistere all’evento, e Calvin Gerbhart, il Presidente della Confederazione Nord­occidentale. (Manca solo Kung Eurinov, Premier del Blocco Sudorientale: corre voce che la navetta su cui viaggiava sia stata dirottata a Counterfeit, il mondo artificiale, nido di terroristi e pirati.)
Per il resto, una piccola folla circonda il cubicolo di maniplast ove ella giace, sul punto di uscire dal suo sopore chirurgico. Forse il numero dei presenti supera i duecento. Ma, certamente, mi dico, che cos’è questo, paragonato all’ingente moltitudine che acclamò Christine nell'istante apoteotico del suo trionfale ingresso in Parigi?
(Quanto tempo, mi chiedo con amarezza, quanto tempo è trascorso da tutto ciò? Secoli, forse? No, un po’meno di un anno appena. Ed ora...)
Io la conobbi quando era Emmanuelle.
Lavoravamo nello stesso ufficio, una filiale della Uni­versal Press, incaricata di tenere aggiornati sulle notizie mondiali i coloni di Marsopolis ed anche quelli della Base Sincronica. Mi avvinse dal preciso istante in cui la sua immagine catturò le mie pupille.
Per anni sono stato un anacronismo: penso da románti­co. In questi tempi di ambiguità sessuale..., Emmanuelle splendeva così definitamente femminile! Perfino la curva dell’estremitá di ciascuna delle sue unghie di madreperla suggeriva squisitezze alla mia fantasía. Lei... si fissò in me, fragile e pallida.
La disillusione, tuttavia, venne attraverso le mie orecchie.
La sentii rispondere alie insaziabili avances della muta di cani che permanentemente la attorniava: il suo linguaggio era di tale volgarità, che semplicemente fece avvizzire senza rimedio le tenere gemme del mio sogno.
Impulsi suicidi mi assalirono (in pieno secólo vítale, questo lírico insensibile anima ancora tali arcaiche necrofilie); più tardi, comunque, temperati i miei geli, caddi nella fredda riflessione:
—Lei agita troppo l'atmosfera circostante... Finirá col trascinarla nel suo stesso vento!
Ed ebbi ragione: un esaltato psicopático la uccise.
Inizió cosí.
Emmanuelle smise di esistere (sebbene il suo corpo venne mantenuto in funzione mediante gli strumenti della fantástica tecnología del XXII secolo di cui il Centro Medi­co Uhiversale dispone); a tre giorni dal suo assassinio, Christine sorse in questo mondo.
L'Era della Seconda Possibilità era cominciata, anche se il portento non fu avvertito súbito. La pubblica attenzione, allora, era assorbita dal più straordinario caso criminale della storia: l’omicidio (?) di Emmanuelle.
Mac Foxx, Pubblico Ministero, lanciò publicamente la sua rivoluzionaria asserzione, e la sua voce tonante incise l’argilla dell’Eternità:
—Vi è stato delitto! II popolo esige la massima pena per l’assassino! Accecato dal turbine incontenibile delle sue esacerbate passioni, questo essere snaturato strisciò nella notte, come un anímale da preda, e procurò alla vittima tante e tali ferite che alla fine ne determinarono la morte! Deve ricevere il suo castigo per aver ucciso!
”Si, signori della giuria! Ho detto: ucciso. E non mi ritraggo di una virgola da quanto ho affermato! Emmanuelle Du Barry è stata distrutta..., resta solo il suo corpo delicato come prova esauriente dell’esecrabile delitto perpetrato!
”Non importa che ora contempliate davanti a voi quello stesso corpo, pulsante e bello, traboccante di vita e fulgore! Quel corpo, signori, ormai non appartiene a Emma­nuelle Du Barry!! Non restano tracce di lei sotto quella pelle trasparente!! Emmanuelle Du Barry morì letteralmente in sala operatoria; la sua individualità scomparve per sempre. Sì, sì; lo so: so che il referto patológico recita: “Amnesia permanente, indolla da shock traumatico!” Lo so! Ma questi, signori, non sono altro che termini medici..., ed in questa Corte ci riguarda unicamenle ed esclusivamente il linguaggio legale! Noi, il Popolo, proclamiamo: “Omicidio!”
”E cos’è l’omicidio, signori della giuria, se non la più grave offesa al Codice legale, precisamenle per il suo carattere di irreversibilità? Io affermo che Emmanuelle Du Barry è morta, vilmente assassinata, e non tornerà mai più tra noi come entitá integrale! Senza dubbio questo è il crimine più inusitato di tutti i tempi..., ma non per questo merita meno la sanzione che la giustizia impone!
Quello fu miele per le mosche della stampa sensazionalistica... Io stesso vi fui coinvolto, a causa del mio lavoro; ma mi limitai ad adempierlo, senza il morboso diletto che mi pareva di captare in tutti i miei colleghi. Ogni volta che li vedevo spintonarsi, per arrivare primi ai fonovisori, mi sentivo male.
—Maiali! Uguali a porci che si immergono nel fango!
Tuttavia, dovetti riconoscere che tutto ciò non cessava di essere umano. Così è la gente di questi tempi, ammisi. Lungi da me era allora prevedere la tremenda rivelazione che pure si approssimava!
L'avvento della Seconda Possibilità... e di Christine!
Non potrei rintracciare con esattezza le origini. In veritá ignoro quando iniziò effettivamente. Ma, come qualche fantástica specie di edera universale, si propagò con voracità crescente..., finchè il mondo intero acclamò Christine.
—Io sono la Seconda Possibilità— predicava con accenti delicati.
”Avvicinatevi a me, sentite il mio tocco, e vivrete per sempre nella beatitudine. Vi è stato detto: al termine della Storia, l’Uomo tornerà per porvi in salvo. Ma io vi dico: i tempi sono cambiati, ed il Padre mi creò, immacolata, per recarvi questa nuova luce.
Fu qualcosa di sublime e terrificante ad un tempo. Legioni immense, masse gigantesche in cui si confondevano razze, lingue e costumi delle più diverse nature, la seguirono. Intorno a lei fluttuava un’aura peculiare, splendente come le onde dorate dei suoi capelli (“Colei che non nacque dalla carne, non è schiava della carne!”,) ed il solo lie­ve tocco delle sue dita sottili operava prodigi negli uomini.
Io lo sentii.
Fu come se stille ineffabili di dolcezza e serenità mi si spandessero addosso; all’istante, tutte le mie potenzialità, senza escludere le più oscure, si ricanalizzarono in me (nulla si perse; tutto si trasformò per bene,) nuovi signifi­cati sostituirono le nozioni obsolete della mia eredità secolare, e fui un altro nuovo. Al di là di volgari bramosie, al di sopra di melmosi orizzonti. La mia... Seconda Possibili­tà. Christine.
E innumerevoli esseri furono pure toccati da quella Gracia differente: il movimento, in apparenza incontenibile, raggiunse i limiti del pianeta.
Fu allora che la reazione attaccò: una corrente lumino­sa come quella, inevitabilmente doveva ledere sordidi interessi.
Livello dopo livello, scaltri colpi si susseguirono... Come cronista ufficiale di Christine (almeno, cosí mi piaceva considerarmi) registrai tutto il deplorevole processo di quell’infamia.
Ed ora mi trovo qui, a un passo dall’atto finale.
(Incompetente, hanno osato dichiararla. Un típico caso di personalitá schizoide, con perniciosa devianza verso il mistico ed il megalomane. Non era possibile consentire che l’umana stoltezza ratificasse quella formidabile frode di massa! E meschini influssi si imposero, vili poteri esercitarono il loro gioco, e così lei, martirizzata dall’inumana neurochirurgia laser di Luthers, giace nel suo cubicólo magnificatore —perché nessuno si perda un dettaglio!— sul punto di risvegliarsi alla sua reale natura.)
—Si muove!
—Guardate, sta aprendo gli occhi!
Dio! Quella specie d’ombra sulle pupille... Sarà che...?
Improvvisamente la nausea mi scuote, non posso evitare che il corpo si pieghi in due, e che l’acido odore del vomi­to mi invada la cintola. Oh, Dio! I miei occhi, rivolti al suolo, non possono osservare quel che accade nel cubico­lo...
Un tumulto! Esclamazioni. Ruggiti... Qualcuno mi spinge; cado sotto l’irresistibile pressione della folla...
Non riusciró ad alzarmi. Ormai insensibile al dolore, sotto un implacabile esercito di piedi che mi spappolano, mi sento sprofondare irremissibilmente in un’oscurità senza fondo..., anche se la raggiante immagine di Christine, crocifissa, tarda a svanire.

(*) Cual leve tapiz de casto dibujo,
a tus pies deposito mi anhelo;
tu soberbia figura de hielo
me tiene cautivo en su místico embrujo.
—Del Salmo 22 a Christine (c.2145)

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