martedì 3 dicembre 2013

LA SCELTA DI SU di Massimo Mongai

Non è possibile definire con esattezza Su. Era senza dubbio una entità senziente ed aveva avuto una origine organica di cui manteneva alcune tracce nella sua attuale configurazione. Per il resto era formato da tecnologia molto avanzata, ma il più era una configurazione topologica su più piani tempo-dimensionali. Appariva come una sfera di metallo, una sfera di luce accecante, del diametro di un chilometro, circondato da una nebbia colorata in movimento, bello a suo modo.
Su era praticamente immortale, antichissimo e anche se non era propriamente onnipotente, ci andava vicino.
Avendo dimenticato molte volte quasi tutte le sue precedenti fasi, Su forse non era nemmeno immortale, perché se si vive tanto a lungo da dimenticare il 90% della propria vita, questo vuol dire che non si è più quel che si era, quindi quel che si era è morto.
Su era arrivato da molti eoni alla conclusione che l'unica cosa che aveva senso per uno come lui era porsi domande e trovare le risposte, diciamo crearsi e stimolare varie forme di curiosità.
Nel seguire più o meno metodicamente queste sue curiosità era arrivato nel sistema solare.
Troppe volte aveva incontrato la vita organica per esserne ancora sorpreso. Ma aveva imparato che i Senzienti Organici, pur così elementari, a volte elaboravano qualche forma di comportamento interessante, che poteva stimolare la sua curiosità.
E nell'umanità aveva trovato questa strana cosa che gli umani definivano "arte", in tutte le sue manifestazioni: in particolare i quadri e le sculture. Aveva identificato poi nei meccanismi riproduttivi della specie un comportamento di fortissimo legame fra gli adulti della specie ed i neonati.
Seguendo le fredde volute di un pensiero estremamente alieno, tutto suo, era arrivato a mettere sullo stesso piano di analisi, l'amore per i capolavori e l'amore per i bambini.
Gli umani attribuivano un estremo valore ad entrambi. Parte della loro economia era basata sul commercio degli uni e degli altri. E Su non riusciva a capire quale dei due valori fosse prevalente, perché si trattava di oggetti molto diversi fra di loro, con diverse prestazioni e deperibilità.
E si pose la domanda: quale delle due cose è più importante per gli umani?
Prese quindi il controllo dell'umanità e con i mezzi che aveva ci mise pochi mesi: era onnipotente, poco meno di un dio però tanto indifferente da essere malevolo. Poi pose ad un numero ristretto di esseri umani, circa 10.000, una scelta. Posti davanti a due contenitori trasparenti con all'interno l’uno un'opera d'arte famosa e l’altro con un neonato della specie, dovevano scegliere: dovendo distruggere uno dei due, quale? Fra un neonato di pochi mesi e “La Gioconda"?
Non era uno scherzo, un sogno, era tutto reale. In migliaia di casi tutto ciò avvenne in pubblico e comunque davanti alle telecamere di tutte le TV. L'umanità era choccata e ridotta male, ma il sistema nell'insieme stava reggendo. Tutti i tentativi di distruggere Su erano falliti e la sua possibilità di controllare la materia era tale che era impossibile fare resistenza.
Su disse chiaramente a tutti gli umani prigionieri che dovevano decidere: o distruggere l'opera d'arte o il neonato, in caso di mancata decisione sarebbero stati distrutti entrambi compreso l'umano indeciso. L'umano indicasse un contenitore e quello sarebbe stato distrutto.
Dolore, terrore, disperazione dilagarono sulla terra.


Alla fine, allo scadere del termine circa la metà degli esseri umani prese una decisione, gli altri non ce la fecero: svennero, morirono, impazzirono.
E nel millisecondo che precedette la realizzazione concreta della scelta, la distruzione del contenitore indicato, Su capì che per capire meglio avrebbe dovuto fare una cosa nuova, diversa. E a suo modo sorrise.
Non distrusse il contenitore indicato da ogni singolo umano. Distrusse quello che non aveva indicato. L'altro.
E rimase incuriosito a guardare gli effetti.

5 commenti:

  1. Sulle pagine di Pegasus torna Massimo Mongai con un altro bel racconto di fantascienza. A Massimo rivolgiamo un cordiale saluto.

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  2. Davvero un bel racconto. Complimenti Massimo

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  3. Molto interessante questo racconto in forma di enigma. Lascia il lettore con la mente aperta non solo a risolvere il mistero, ma anche a riflettere sulla natura umana. La presenza di un essere quasi onnipotente, venuto dalle regioni più remote dello spazio, non è nuova, ma qui è trattata con critico acume, nell'intento di spiazzare non solo il lettore, ma la sua stessa natura. Direi geniale!

    Giuseppe Novellino

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  4. Bel racconto morale, in cui spiazza e affascina l'idea di non dare alcuna soluzione morale. Né alcun indizio.

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  5. Bravissimo Massimo, davvero un'ottima storia.

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