domenica 25 maggio 2014

ROBOCÁTIBO di Adriana Alarco de Zadra



Ho trattenuto il respiro vedendo la pelle dell'uomo aprirsi con fuoriuscita di un liquido terreo, viscoso. Quel mio compagno è stato l'unico che mi ha tenuto in vita in questo inferno. Ora, che non è piú, non so cosa fare. Nuovi batteri mortali si diffondono attraverso i condotti che portano ossigeno.
Sono sicuro che quella è stata una manovra perversa del Robocátibo, la dannata macchina che è ormai fuori controllo. Noi non dovevamo rimuoverla dal suo imballaggio per montarla. Funziona perfettamente, ma è maligna, cattiva. 
Ha analizzato la sostanza sconosciuta e invece di isolarla, l’ha immessa nei condotti ossigenanti del complesso di alloggi. Cosí, ora, ci sono decine di persone malate che si dolgono, strillano miseramente, sanguinano dal torace e hanno gli occhi sporgenti. Esse sono quelle che restano dell'ultima colonia umana, e il mio cuore batte all’impazzata, mentre sono in preda al terrore.
Non sono ancora infettato ma non si sa mai... o è lui che mi tiene in vita?
Robocátibo mi ordina di liberarmi dei corpi inermi dei miei compagni che accumulo uno sull’altro a formare dei mucchi. Obbedisco. Li copro con pietre e rocce. I moribondi tirano fuori le braccia freneticamente, cercando di scavare verso l’alto per respirare, aggrappandosi alla vita. Finisco di coprirli. Piango dentro di me per non lasciare trasparire le mie emozioni. Il robot è vigile. Infine, l'ultimo è stato sepolto sotto un mucchio di rocce metalliche che brillano alla luce delle cinque lune. Egli respirava ancora. Adesso si trova sotto una montagna di morte. Un monumento alla distruzione. Non ho alcuna speranza di trovare altri esseri umani come me che non siano stati infettati dalla morte grigia. Io sono l'ultimo rimasto della razza umana.  Diventerò il suo schiavo? Il suo robot giocattolo? Ma no. Non può essere! Lo farò a pezzi con queste mie mani. Intanto, sono io  l'unico sopravvissuto della colonia Symca che respira ossigeno.
Ed ora qui siamo rimasti soli: io e lui.

4 commenti:

  1. Grazie, Paolo, per rivedere l'italiano. Racconto un incubo che spero non succeda a nessuno...

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  2. Interessante fantascienza.
    G.S.

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  3. Ottimo racconto.
    Come una calamita. Ti stacchi dalla pagina solo all'ultima riga.
    Brava.

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