giovedì 18 settembre 2014

MORTE ROSSA di Adriana Alarco



La diffusione di nuovi batteri letali, attraverso i condotti dell'ossigeno, è immediata. I moribondi alzano le braccia freneticamente, cercando di sollevarsi e di respirare, aggrappati alla vita. Si agitano, gridano a voce alta, hanno le membra insanguinate, gli occhi fuori dell’orbite. Gli getto sopra pietre e rocce. Alla fine, l’ultimo è sepolto sotto un cumulo di rocce metalliche che brillano alla luce di cinque lune. Un monumento al Disastro.
Fu Poe che inventò la Morte Rossa? E.T. è un giocattolo o un essere malvagio e manipolatore di un’altra galassia? Non posso saperlo. Sono l’unica superstite umana – che respira ossigeno – della Colonia Symca… E restiamo soltanto io e lui.

                 (Traduzione dallo spagnolo di Paolo Secondini)

3 commenti:

  1. Spero che la mia traduzione dallo spagnolo abbia reso compiutamente la grande '"energia" di questo succinto, ma intenso racconto della brava Adriana.

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  2. Ti ringrazio, caro Paolo, per le tue parole e la traduzione ...

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  3. Fantascienza in poche righe. Splendido!
    G.S.

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