giovedì 17 ottobre 2013

CRISI DEMOGRAFICA di Fabio Calabrese






Passo con l'automobile per le strade deserte e ingombre di rifiuti della periferia. Quasi tutte le case sono vuote, buie. Dietro i vetri rotti delle finestre si intravedono i polverosi ricami di enormi ragnatele. Sarebbe uno spettacolo squallido se l'occhio non ci fosse ormai abituato da tempo. In ogni parte del mondo è così, ogni città si è quasi rinserrata in se stessa lasciandosi attorno un guscio di desolazione.
Siamo in piena crisi demografica, e i governi non hanno fatto nulla per arginarla, anche perché fino a pochi decenni fa il mondo era afflitto dal problema opposto, una tremenda eccedenza di popolazione che teneva tre quarti del globo terrestre sotto la costante minaccia delle epidemie e della fame. I primi sintomi del crollo demografico furono accolti con sollievo e quasi con gioia, e quando ci si rese conto delle reali proporzioni del fenomeno, non si fece assolutamente nulla.
“Il fatto è”, mi spiegò una volta un esperto di demografia, “che l'indice di natalità per coppia – riferito ovviamente alle coppie fertili – va aumentando, anche se rispetto alla popolazione globale, è ancora ben lontano dal compensare il numero dei decessi. E poi diciamolo apertamente, ancora oggi l'umanità ha un eccesso di bocche da sfamare rispetto alle risorse disponibili. E soprattutto nessuno vuole prendere provvedimenti che ci potrebbero riportare nel giro di tre o quattro generazioni alla situazione intollerabile del ventesimo secolo e della prima metà del ventunesimo”.
Senza incrociare nessun altro veicolo, ho proseguito e devo essere giunto in una zona più interna. Qua e là qualche finestra illuminata tra le occhiaie vuote delle case, annuncia che mi trovo ormai in un quartiere abitato, e non devo essere più tanto lontano dal centro cittadino.
Più avanti c'è un piccolo falò. Ci sono alcune figure là attorno che si scaldano al fuoco, sono prostitute in attesa di clienti. Almeno a vederle da questa distanza, mi sembra che siano talmente vecchie, brutte e sfatte che un uomo dovrebbe essere proprio ridotto alla disperazione per voler fare l'amore con una di loro, ma – ci si può scommettere – adesso fanno incassi enormemente più consistenti rispetto ai tempi della loro gioventù. Il fatto è che adesso il mondo abbonda di uomini ridotti alla disperazione.
Quelle due o tre che da qui sembrano essere più fresche e giovani, ci si può scommettere che in realtà sono dei ragazzi. Il fatto è che oggigiorno una donna giovane, bella attraente, ha ben altre opportunità sociali che fare la puttana.
Le statistiche parlano tremendamente chiaro. Un terzo della popolazione maschile sotto i trent'anni è omosessuale. Si sono moltiplicati i sex shop che spuntano dappertutto come funghi e forniscono ogni genere di consolazioni più o meno masturbatorie per maschi solitari. Più della metà delle produzioni cinematografiche e televisive è dedicata al genere che un tempo era chiamato “a luci rosse”. Pare strano, ma, oltre agli home video, all'home theater, a tutti gli strumenti di intrattenimento domestico, hanno avuto un boom imprevisto le sale cinematografiche che sembravano avviate a diventare estinte come i dodo e gli pterodattili. La gente, evidentemente, non ha bisogno di soddisfare solo gli appetiti fisiologici del sesso, ma anche di incontrarsi. Nonostante si siano vertiginosamente moltiplicati, i cinema che proiettano pellicole pornografiche registrano ogni sera il tutto esaurito.
Naturalmente sono diffusissime le bambole gonfiabili e altri sostituti femminili con cui è possibile accoppiarsi. Oggi non c'è un prete né uno psicologo che considererebbe immorale o patologica la masturbazione nell'età adulta.
Tempo fa il titolare di un negozio di abbigliamento e di biancheria femminile mi raccontava che la maggior parte della sua clientela è oggi costituita da uomini: feticisti, travestiti, transessuali, ma che gli affari vanno ugualmente bene, hanno quasi rimpiazzato la clientela femminile.
Oggi una donna, una vera donna, è un lusso che solo pochi privilegiati si possono permettere.
Tutto è cominciato circa trent'anni fa, quando si è scoperto il modo di determinare il sesso dei nascituri all'atto del concepimento.
E tutti, naturalmente, volevano figli maschi.
Attualmente si calcola che la popolazione femminile mondiale sia circa un ventesimo di quella maschile.

3 commenti:

  1. Racconto come sempre avvincente e interessante, per argomento affrontato, quello di Fabio.

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  2. Allucinante! Il racconto-saggio presenta una realtà sconvolgente ma non impossibile, anzi probabile. Con rapide pennellate e riferimenti nello stile del reportage, l'autore ci conduce in una società davvero triste e inquietante. Ancora una volta nella buona tradizione fantascientifica.

    Giuseppe Novellino

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  3. Interessante... devo ammettere che di primo acchito mi l'idea del racconto mi è parsa un po' campata per aria. Poi ho pensato alla situazione cinese, a quanti sono in proporzione alla popolazione mondiale (e alla forte possibilità che anche l'India segua la stessa strada) e l'idea ha iniziato a farsi fortamente inquietante.

    Sauro Nieddu

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